Impianti vetusti e una rete idrica che mostra tutti i segni del tempo. A peggiorare la situazione, l'assenza di Siciliacque, che avrebbe potuto garantire un supporto essenziale per la gestione delle risorse idriche.
Quattro dei diciotto pozzi di Bresciana sono fuori servizio a causa dell'usura, compromettendo la regolare erogazione dell'acqua. Il risultato? Cittadini costretti a razionare l'acqua nelle loro abitazioni e, per chi ne ha la possibilità, a ricorrere alle autobotti.
Le proteste si fanno sempre più accese, soprattutto nelle zone più colpite, dove l'acqua arriva con il contagocce: in alcuni quartieri l'erogazione dura appena 30 minuti, mentre in altri l'acqua non arriva affatto.
L'assessore ai Lavori Pubblici, Vincenzo Guaiana, prova a rassicurare: "I pozzi verranno ripristinati entro sabato". Guaiana sottolinea inoltre: "Ieri sono iniziati gli interventi necessari su alcuni pozzi. Stasera contiamo di riattivare due pozzi, aumentando così la portata al cisternone di San Giovannello. Entro sabato tutto dovrebbe tornare alla normalità". L'assessore evidenzia poi come la situazione sia peggiorata con la crisi idrica che ha colpito l'intera regione: "prima avevamo Siciliacque che compensava, quindi era coperta anche Misiliscemi. Da quando è iniziata la crisi idrica, la situazione è diventata più critica. Grazie ai finanziamenti della Protezione Civile siamo riusciti a riattivare parecchi pozzi, ma si tratta pur sempre di impianti di cinquant’anni fa".
E proprio nel comune di Misiliscemi la situazione appare più critica: in alcune zone l'acqua manca da tre settimane. Il sindaco Salvatore Tallarita denuncia il disagio: "Due giorni fa ho incontrato il prefetto, mi era stato assicurato che la situazione si sarebbe normalizzata, ma l'acqua ancora non arriva. Nessuno mi ha comunicato nulla. Ci sono intere aree come Marausa, Rilievo e parte di Locogrande senza acqua da settimane: praticamente il 50% del Comune".