Lo stato di agitazione, e una giornata di sciopero domani, 15 dicembre, sono stati proclamati dalla redazione giornalistica dell’emittente trapanese Telesud, dopo avere ricevuto una nota a firma di Ignazio Grimaldi, direttore generale dell'azienda di proprietà dell'imprenditore Valerio Antonini, presidente delle squadre di calcio e di basket di Trapani.
L’azienda scrive che “Purtroppo la mancanza di ricavi, così come l'impossibilità di ottenere gli auspicabili finanziamenti agevolati in favore delle emittenti locali, ha generato una crisi totale di liquidità, tant'è che, sino ad ora, si è reso necessario, il ricorso a consistenti finanziamenti da parte del socio, per far fronte alle spese correnti”; l’azienda si impegna a pagare gli stipendi di ottobre entro la vigilia di Natale ma annuncia anche che i contratti a termine in scadenza a fine anno non saranno rinnovati. “Stiamo facendo uno sforzo gigantesco che mette tutti a dura prova. È con l'alto spirito di servizio e di abnegazione di tutti – aggiunge sempre l'azienda – che, insieme, stiamo riuscendo a fronteggiare questi difficili momenti Confidando nella vostra piena comprensione, auspica una pacifica soluzione di qualsivoglia questione”.
Per la redazione, “la risposta” al documento che i giornalisti avevano trasmesso all'azienda lo scorso 10 ottobre, “non può essere ritenuta soddisfacente né risolutiva rispetto alla grave situazione in atto", anzi si tratta di “una prospettiva che lascia i lavoratori in una condizione di totale incertezza economica e personale, tanto più grave in prossimità delle festività natalizie”, si legge in una nota inviata al direttore Nicola Baldarotta e ad Ignazio Grimaldi. “Le difficoltà economiche dell'azienda non possono e non devono ricadere esclusivamente sui lavoratori, che continuano a garantire quotidianamente informazione, professionalità e presenza, nonostante mesi di sacrifici, ritardi e silenzi – si legge nel comunicato della redazione – La disponibilità dimostrata finora non può trasformarsi nell'accettazione di condizioni che ledono la dignità professionale e la stabilità delle famiglie coinvolte".
"Per queste ragioni, pur prendendo atto della risposta ricevuta, la redazione giornalistica di Telesud la ritiene inadeguata e ribadisce la necessità di un piano certo e immediato per il pagamento di tutte le spettanze arretrate; chiarezza sul futuro dell'emittente e sui livelli occupazionali e l'avvio di un confronto reale e trasparente con i lavoratori", scrive la redazione di Telesud che ha quindi proclamato lo stato di agitazione e la giornata di sciopero di domani.
È seguito anche un comunicato di solidarietà dei tecnici e degli amministrativi di Telesud, e anche sui social sono state parecchie le attestazioni di solidarietà.
Assostampa Trapani è intervenuta nel frattempo, denunciando il comportamento antisindacale dell'editore e riproponendo il comunicato della redazione di Telesud, letto nel Tg e pubblicato sul sito della testata. “L'editore lo ha proditoriamente fatto togliere dal webmaster dal sito e da YouTube, in violazione dell'articolo 28 della Legge 300/1970 Statuto dei lavoratori, incorrendo nel cosiddetto “comportamento antisindacale” sanzionabile dal giudice del lavoro. Lo pubblichiamo noi! Il sindacato unitario dei giornalisti difenderà i diritti dei lavoratori di Telesud in tutte le sedi”, afferma la nota di Assostampa Trapani sulla propria pagina Facebook.
Dopo aver ricevuto la nota, si è svolta un’assemblea di redazione venerdì pomeriggio nella sede di Assostampa Trapani, presieduta dal segretario provinciale del sindacato dei giornalisti, Vito Orlando, con la partecipazione in video-collegamento del segretario regionale Giuseppe Rizzuto, dove tra l'altro, è stata lamentata la mancata corresponsione degli stipendi di ottobre e novembre e la tredicesima del 2024.
“Il sindacato unitario dei giornalisti siciliani – dichiara Vito Orlando – continua a seguire da vicino l'evoluzione della vicenda, esperirà tutte le iniziative sindacali del caso, ed é pronto a difendere i diritti dei lavoratori di Telesud in tutte le sedi. Resta anche vigile sulle ventilate ipotesi della nascita di una nuova 'good company', previa cessazione dell'attuale azienda editoriale, percorso già dichiarato illegittimo dalla giurisprudenza del diritto del lavoro”.