Parte I. Cinque anni fa l’emergenza Covid19, un pezzo di storia, un pezzo della nostra vita…

Studenti dell’IIS “Rosina Salvo” di Trapani raccontano la loro esperienza del periodo della pandemia

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
01 Aprile 2025 16:48
Parte I. Cinque anni fa l’emergenza Covid19, un pezzo di storia, un pezzo della nostra vita…

Cinque anni fa le vite di ognuno di noi sono cambiate drasticamente: abbiamo dovuto modificare le nostre abitudini per adattarci ad una realtà ben lontana dalla nostra quotidianità. Era il gennaio 2020, quando arrivò in Italia la notizia di un’emergenza internazionale causata dalla pandemia del Covid19. Ecco il ricordo di quel periodo da parte di alcuni studenti dell’IIS “Rosina Salvo” di Trapani nell’ambito del Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”.

Sono ormai passati 5 anni da quando il coronavirus è entrato a far parte della nostra vita. Ognuno di noi ha reagito diversamente ed è per questo che oggi voglio raccontare come l’ho vissuto io. Sono una ragazza di sedici anni, che all’epoca ne aveva dodici e che si è trovata di fronte ad un’esperienza che l’ha aiutata a crescere, ma che per mesi l’ha privata della quotidianità. All’inizio, mi sembrava surreale; la scuola che prima reputavo noiosa mi è iniziata a mancare.

Passavano i giorni e la realtà era un’altra: lezioni online, schermi che mi separavano dalle persone che avrei voluto vedere dal vivo e convivevo con la paura di uscire di casa per fare la spesa con il rischio di portare il virus dentro casa. Ogni mattina, mi svegliavo con la speranza che quella fosse la giornata in cui sarebbe cambiato qualcosa, che avrei potuto rivedere amici e compagni e rivivere la vita con spensieratezza come facevo prima. Non avevo mai pensato che la mia vita potesse cambiare così drasticamente e all’improvviso.

L’esperienza, però, mi ha insegnato che non bisogna mai dare nulla per scontato. I primi mesi sono stati difficili, ma con il tempo,ho iniziato a guardare la situazione da un'altra prospettiva; ho cominciato a leggere di più, a scrivere e a dedicare più tempo a me stessa. Ora che ci penso, capisco che quella fase della nostra vita è diventata una sorta di tesoro da mettere da parte, perchè per quanto ci abbia segnato, sicuramente ci ha insegnato la resilienza e la pazienza. Spero che altri miei coetanei siano riusciti a trarre da essa gli stessi miei lati positivi.

Sara Ribaudo III L Economico-Socilae IIS “Rosina Salvo” di Trapani Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”

Il 18 marzo scorso si è celebrata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di Covid19. Fu scelta questa data poiché è quella in cui nel 2020 i camion militari carichi di bare “sfilarono” per Bergamo. Sembra solo ieri quando sentimmo per la prima volta al telegiornale il nome di questo nemico invisibile, inconsapevoli del male che avrebbe provocato alla nostra società. Nessuno potrà mai cancellare dalla propria mente quei tre mesi di “segregazione” per proteggere gli altri e noi stessi, quei mesi di preoccupazione per ciò che stava accadendo al di fuori delle mura delle nostre case basandosi dalle immagini diffuse su internet e per coloro che, all'interno degli ospedali, hanno messo tutti se stessi per aiutare chi lottava tra la vita e la morte.

Gli elementi caratteristici delle nostre giornate erano i social media, che ci permettevano di comunicare con il mondo esterno, diffondendo messaggi di positività e speranza all'intera comunità come "andrà tutto bene". Per colmare la costante noia presente in quelle giornate iniziammo a cucinare di tutto e di più, pulire casa da cima a fondo, fare dei work-out fino a quando c'era voglia, leggere l'intera libreria di casa e guardare saghe cinematografiche. Della quarantena, oltre i lati negativi, possiamo trovare anche dei lati positivi perché ci ha permesso di passare, con le persone a cui vogliamo bene, molti momenti indelebili che nella quotidianità non riusciamo a trascorrere a causa dei vari impegni personali.

Molti volti del mondo dello spettacolo, attraverso video youtube e tiktok, iniziarono a sensibilizzare sulla situazione strappando un sorriso al pubblico attraverso la comicità. Anche molti artisti iniziarono a realizzare canzoni ispirandosi alla quotidianità di quegli anni, ad esempio i Pinguini Tattici Nucleari con "Hikikomori" parlando di una storia d'amore tra due ragazzi separati dalla distanza. I Pinguini Tattici Nucleari con la loro "Ridere" vollero mandare un grande messaggio di speranza che, dopo un periodo buio, si torna sempre a sorridere.

Melania Genovese, IV A Liceo delle Scienze Umane IIS Rosina Salvo di Trapani Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”

Il Covid19 ci ha tolto tanto. Ci ha portato via persone che amavamo, ci ha chiuso in casa, ci ha fatto vivere nella paura, nell'incertezza, nella solitudine. Ha trasformato abbracci in pericoli, sorrisi in qualcosa da nascondere dietro una mascherina. Per molti è stato un incubo. C’è chi ha perso un padre, una madre, un nonno, senza neanche poterlo salutare. C’è chi ha passato mesi in ospedale, attaccato a un respiratore, lottando contro qualcosa di invisibile. C’è chi ha perso il lavoro, chi si è ritrovato solo, chi ha dovuto affrontare tutto questo senza nemmeno una spalla su cui piangere.

Eppure, in mezzo a tutto questo dolore, abbiamo visto anche la forza delle persone. Medici e infermieri che hanno dato tutto, anche quando non avevano più energie. Vicini di casa che si sono aiutati a vicenda. Nonni che imparavano a fare videochiamate per vedere i nipoti. Gente che scriveva lettere perché la distanza non spegnesse l’affetto. Abbiamo scoperto quanto siamo fragili, ma anche quanto siamo capaci di resistere. Abbiamo imparato che un piccolo gesto, come mettere una mascherina o restare a casa, poteva salvare una vita.

Che scienza e collaborazione possono fare miracoli. Che non siamo soli, anche quando tutto sembra dirci il contrario. Non possiamo cancellare quello che è successo. Non possiamo riportare indietro chi non c’è più. Ma possiamo ricordare. Possiamo essere più umani, più gentili, più consapevoli di quanto sia preziosa la vita, la salute, il semplice stare insieme. Perché se c’è una cosa che il Covid19 ci ha insegnato, è che nulla è scontato. E che il tempo che abbiamo, con le persone che amiamo, è la cosa più importante di tutte.

Io in persona l’ho capito, aver perso due persone importanti nella mia vita in nemmeno un anno, è stato un duro colpo. Infatti da quel momento, ho dato molta più importanza alle persone che veramente amo, standogli vicino il più possibile perché se non se ne andrà oggi, se ne potrebbe andare domani e sono pensieri che hanno dato una svolta alla mia esistenza da una parte all’altra. In quei periodi bisognava veramente essere forti perché non sapevi cosa pensare prima, ma per fortuna è passato e siamo tornati alla normalità anche se ancora con la paura di una cosa invisibile, meno potente ma comunque sono certo che non ce ne libereremo mai al 100%.

Giuseppe Ingrassia III L IIS Rosina Salvo di Trapani Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”

Durante il periodo del Covid19, l'esperienza è stata un mix di confusione, ansia e adattamento. Le prime settimane mi sono trovato sopraffatto dall'incertezza. Le informazioni cambiavano quotidianamente; un senso di paura per il virus rendeva impossibile concentrarsi su qualsiasi altra cosa. All'improvviso, la vita di routine si è fermata: scuole chiuse, attività sociali molto limitate e continua paura per la propria salute. Man mano che il tempo passava, ho iniziato a sentire un crescente senso di solitudine, anche se ero circondato da familiari e dalla tecnologia.

Le videochiamate sono state importanti per tenere i contatti, ma mancava qualcosa in me, il contatto fisico e quei rapporti quotidiani che prima si dava per scontati. La quarantena mi ha posto di fronte alle mie emozioni più intime e ho iniziato a rendermi conto di quanto era facile cadere nella spirale dell'ansia quando la mente non aveva distrazioni. Quella sensazione di non sapere cosa sarebbe successo nel futuro alimentava il senso di impotenza. Poi, a poco a poco, trovai nuovi modi per affrontare queste emozioni.

Ho iniziato a fare esercizi di respirazione per calmare l'ansia. Ho imparato ad apprezzare il silenzio, a riflettere di più su me stesso e sui miei desideri. Nonostante le difficoltà, ho capito quanto fosse fondamentale adattarsi, anche psicologicamente, a un mondo che stava cambiando. Questo periodo mi ha insegnato a gestire meglio lo stress ea cercare il lato positivo, anche nelle situazioni più difficili. In conclusione, il coronavirus è stato senza dubbio uno dei momenti più ostici della mia vita, ma anche un momento di crescita e di riflessione.

Ha cambiato la mia visione del mondo, delle persone e delle cose che rendono la vita degna di essere vissuta. Mi ha insegnato la resilienza, l'abilità di adattarsi e di vincere le sfide, ma anche l'importanza di rimanere uniti, anche quando siamo lontani. Nonostante le difficoltà, ho imparato a guardare con maggiore consapevolezza e gratitudine alla vita, e ad apprezzare ogni momento di normalità che ora sembra più prezioso che mai.

Rebecca Carol Li Vigni III L Economico Sociale IIS Rosina Salvo di Trapani Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”

Il 9 marzo 2020, mi trovavo a casa di amici, senza sapere che quel giorno segnava l’inizio di un periodo che avrebbe cambiato la vita di tutti. Il Covid19 stava iniziando a diffondersi, ma nessuno di noi sapeva ancora cosa fosse realmente e quanto avrebbe impattato sulla nostra quotidianità. Le prime settimane sono state confuse, caratterizzate da una forte incertezza e da voci che si susseguivano senza che fosse chiaro cosa sarebbe successo. A dicembre dello stesso anno, il virus ha colpito me, mia mamma e mia sorella.

Non dimenticherò mai quel periodo, soprattutto perché è stato durante le festività natalizie, un momento che normalmente dovrebbe essere di gioia e condivisione. Per me, invece, è stato un periodo di solitudine e di disagio. Mi sono trovata costretta a stare a casa per 12 lunghi giorni, senza poter vedere i miei amici, che, nel frattempo, si divertivano, uscivano e continuavano le loro vite come se nulla fosse. Io, invece, avvertivo la loro mancanza, ma soprattutto quella di mio papà e di mio fratello, che non potevo abbracciare né incontrare.

In quel periodo difficile, mio papà cercava in tutti i modi di starci vicino, pur nel rispetto delle normative sanitarie. Ogni tanto veniva a trovarci, indossando mascherina e guanti, armato di buona volontà e di piccoli gesti di affetto: ci portava la spesa, qualche cioccolatino e altre piccole cose che, in quel momento, sembravano enormi segni di amore. Nonostante tutto, sentivo un vuoto, un'assenza che il virus aveva imposto nelle nostre vite. In casa, la nostra quotidianità era completamente cambiata.

I medici vennero a farci il tampone, due volte, per monitorare la nostra salute e verificare se il virus stesse facendo progressi. La sensazione di vivere un incubo che sembrava non finire mai era forte, ma cercavo di non essere sempre giù di morale. La pandemia ha influito molto sul modo di vivere di tutti noi. La vita sociale è stata ridotta al minimo, le uscite limitate, e ogni attività che prima facevamo liberamente era ora vietata. La didattica a distanza è diventata la normalità per gli studenti, con insegnanti e ragazzi costretti a fare i conti con una nuova forma di apprendimento che, per molti, è stata difficile da gestire.

Allo stesso tempo, il coprifuoco è diventato una parte della routine quotidiana, mentre le strade e le piazze delle città si svuotavano, lasciando un silenzio surreale al posto del caos tipico delle nostre città. In quei mesi, abbiamo dovuto imparare a vivere con la paura, la solitudine e l’incertezza. Il Covid19 non ha solo messo in crisi i sistemi sanitari e le economie mondiali, ma ha anche cambiato il modo in cui ci relazioniamo con gli altri, come affrontiamo le difficoltà e, soprattutto, come apprezziamo le piccole cose che prima davamo per scontate.

Guardando indietro, posso dire che quella esperienza mi ha cambiato profondamente. Mi ha insegnato ad apprezzare ancora di più le persone a me care, a non dare nulla per scontato e a rendermi conto della forza che si può trovare nei momenti più difficili. La pandemia ci ha costretti a reinventare il nostro modo di vivere, ma ha anche dato l’opportunità di riflettere su ciò che davvero conta.

Anna Maria Marciante III L - Liceo delle Scienze Umane IIS “Rosina Salvo” di Trapani Progetto PNRR Futura “Il giornalismo digitale nell’era dell’IA”

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