C’è la disponibilità di 27 milioni di euro per la ristrutturazione della Colombaia, l’antichissima struttura davanti il porto di Trapani, ma l’inizio dei lavori continua ad essere rinviato.
È questo, in estrema sintesi, quanto viene evidenziato dal presidente dell’associazione “Salviamo la Colombaia”, Luigi Bruno, che da oltre vent’anni si batte per il recupero del monumento simbolo di Trapani.
“Non è possibile che nessuno si renda conto delle difficoltà che vengono registrate nella gestione relativa alla ristrutturazione della Colombaia che da molto tempo si trova relegata come una derelitta. – scrive in una nota intitolata “Colombaia di Trapani: il riscatto” diffusa oggi – Sarebbe inimmaginabile pensare che una istituzione pubblica non sia capace di sbloccare questo più che ventennale problema. Una stasi che assume il limite del ridicolo a causa del quasi comprensivo atteggiamento determinato da un silenzio che nel corso della sua storia ha ben pochi riferimenti”.
“Lo Stato – ricorda Bruno – ha riconosciuto alla Regione Sicilia un congruo stanziamento attraverso il PNRR. La Regione ha ritenuto e ritiene probabilmente oneroso questo inaspettato e gravoso carico di lavoro, perché si sa che quando vi sono a disposizione 27 milioni di euro la gestione risulta complessa ed è necessario stare attenti ad eventuali insidie”.
“Siamo passati – ricorda – dal decreto di accettazione a ritardi inesplicabili, a promesse e a comunicazioni di immediati interventi, a progetti esecutivi e ad assegnazione dei lavori senza una fattiva collaborazione da parte del territorio, ad interventi di politici che promettevano o prevedevano, con una certa superficialità, un quasi immediato inizio di lavori che di fatto sono passati da settembre 2024 a marzo e poi a maggio 2025 ed ancora non iniziati. Ovvero viene riscontrato uno strano silenzio. Poi annunci per l’inizio della demolizione del capannone, improvvisamente interrotto e di un tentativo di demolizione della guardiola, improvvisamente vietata e interrotta”.
“Allora che cosa sta accadendo? – chiede il presidente di “Salviamo la Colombaia” – Perché tutti questi ritardi, tutte queste manfrine, che a voce di un tamtam mediatico pare che la responsabilità sia ricaduta su altri organismi o istituzioni corresponsabili di questo complicato percorso e che lasciano l’amaro in bocca ed il disappunto di quanti seguono le sorti di questo bimillenario monumento e di tutti i cittadini. A cosa bisogna pensare se tutte queste pseudo difficoltà impediscono la realizzazione di un procedimento che, fortunatamente vanta la sicura e intoccabile disponibilità economica. Come credere quando vengono propalate notizie poco attinenti alla vera situazione. Sono 23 anni che ci dibattiamo per fare risorgere la Colombaia che rappresenta il passato della nostra città e che vuole essere protagonista del suo futuro”.