Mazara, l’incendio dell’auto del geom. Pantaleo collegato agli affidi diretti per i quali indaga la GdF?

Redazione Prima Pagina Trapani
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24 Giugno 2020 08:04
Mazara, l’incendio dell’auto del geom. Pantaleo collegato agli affidi diretti per i quali indaga la GdF?

Nella mattinata dello scorso 28 aprile in via Giovanni Paisiello, quasi davanti all’ingresso principale del cimitero comunale, prese a fuoco di colpo una Fiat Panda; l’incendio fu domato solo grazie all’intervento dei vigili del fuoco. L’auto fu in pratica distrutta (vedi foto copertina); rimasero misteriose le cause dell’incendio, non si escluse la matrice dolosa. Proprietario dell’auto era il direttore pro-tempore del cimitero comunale, il geometra Giovanni Pantaleo, tecnico comunale, il quale la mattina del 4 maggio, a seguito dell’incendio appiccato da ignoti agli uffici del cimitero, escluse ogni collegamento fra questo fatto e l’incendio alla sua auto ritenuto dallo stesso accidentale.

Il geometra Giovanni Pantaleo è uno dei tre tecnici del III Settore “Lavori Pubblici e Servizi alla Città”, insieme a Filippo Bentivegna e Mario d’Agati, che risulterebbero indagati nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal procuratore di Marsala, Vincenzo Pantaleo e dal sostituto procuratore Giulia D’Alessandro. Ci chiediamo pertanto: non è che forse il geom. Pantaleo avesse ragione nel non collegare l’incendio della sua auto alle vicende del cimitero? E se quell’incendio fosse invece collegato alla sua attività ordinaria all’interno del III settore? L’inchiesta, che ha visto lo scorso 4 giugno una visita ispettiva al Comune di Mazara del Vallo da parte del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle fiamme gialle di Trapani, avrebbe portato alla emanazione di avvisi di garanzia, oltre ai suddetti tre tecnici, per gli imprenditori Carmelo Benigno, Santino Seidita, Matteo Asaro e Matteo Terranova, e l’avv.

Irene Vassallo capo della “segreteria particolare” del sindaco Salvatore Quinci; nel registro degli  indagati ci sarebbero altre persone. Le indagini sarebbero concentrate su alcuni di lavori pubblici, assegnati tramite affido diretto, nel periodo compreso fra ottobre 2019 e maggio 2020, e per le quali i tecnici comunali indagati avrebbero ricevuto prestazioni private per le quali non risulterebbero remunerazioni; l’indagine riguarderebbe anche alcune segnalazioni per favorire qualche ditta e alcune “dritte” su ribassi da effettuare per aggiudicarsi i lavori.

I reati che gli inquirenti contesterebbero agli indagati, e che avrebbero portato a perquisizioni personali e dei luoghi abitativi e di lavoro, sarebbero quelli di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Ritornando al geometra Giovanni Pantaleo, secondo i pm il tecnico ed il collega Filippo Bentivegna avrebbero tenuto rapporti costanti con una cerchia di operatori economici dell’hinterland mazarese sia per motivi professionali che personali. Il geometra Filippo Bentivegna, responsabile da tempo del Servizio Idrico- Ufficio Acquedotto del Comune, in questi ultimi anni è stato più volte progettista e nominato rup di alcune opere pubbliche.

Ricordiamo anche i lavori di rifacimento del manto stradale nel Lungomare Mazzini e parte del piazzale G.B. Quinci affidati, con la delibera di Giunta n.55 del 14 aprile 2014, per un importo, dopo il ribasso del 38,1107%, complessivo di 39 mila 650,52 euro oltre Iva (importo base della gara era 90 mila euro, di cui 64 mila 066,83 euro per lavori, 1.645,44 euro per costi di sicurezza, 7 mila 803,29 euro per la manodopera e 16 mila 487,14 euro per somme a disposizione dell’amministrazione), alla ditta individuale intestata alla mazarese Cucchiara Fina Daniela, moglie di Fabrizio Vinci, uno dei 14 arrestati nell’operazione antimafia “Visir” condotta dal Comando provinciale dei Carabinieri nel maggio del 2017; quella ditta in poco meno di due anni, dal 2014 al 2015, si è accaparrò diversi lavori “a somma urgenza” (dei quali progettisti e rup diversi tecnici comunali) per conto del Comune di Mazara del Vallo.

Francesco Mezzapelle    

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