Badia Grande: festa di fine Ramadan con calcio e barbecue a Custonaci

La festa dell’Eid Mubarak è trasformata in una giornata di sport e socializzazione tra migranti e la comunità locale

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
22 Aprile 2025 09:38
Badia Grande: festa di fine Ramadan con calcio e barbecue a Custonaci

A Custonaci, cuore bianco del marmo siciliano in provincia di Trapani, la fine del Ramadan si è trasformata in una festa collettiva di sport, cibo e fratellanza. Sotto il sole gentile della primavera trapanese, giovani migranti provenienti da Afghanistan, Guinea, Mali, Egitto, Burkina Faso, Gambia e Senegal hanno condiviso un campo da calcio e un barbecue con i coetanei del territorio, dimostrando che l’integrazione non è un concetto astratto, ma qualcosa che si costruisce concretamente, pallone dopo pallone, griglia dopo griglia.

L’iniziativa, promossa dalla Cooperativa Sociale Badia Grande nell’ambito del Progetto SAI Marsala (Sistema di Accoglienza e Integrazione), ha coinvolto tre squadre eterogenee di giovani ospiti dei centri di accoglienza di Paceco, Buseto Palizzolo e Custonaci e dei ragazzi della squadra Allievi dell'A.C.D. Custonaci. “Questo tipo di eventi – ha dichiarato l’Assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo di Custonaci, Nicola Santoro – hanno un valore che va oltre l’intrattenimento. Sono uno specchio di quello che può essere una comunità accogliente.

E Custonaci, oggi, ha dimostrato di esserlo fino in fondo. Ed è bellissimo vederli oggi qui, felici, protagonisti di una festa vera, dal forte sapore sociale. Non una festa solo religiosa, ma dello sport sano che unisce e abbatte ogni frontiera”.

La partita, diretta con entusiasmo da Baldo Coppola, allenatore del Custonaci che per l’occasione ha indossato i panni di arbitro, è stata solo il primo tempo di una giornata che ha saputo unire cultura e territorio, sport e sapori, sorrisi e inclusione. L’odore del barbecue, acceso a bordo campo, ha fatto il resto: bistecche e salsicce di pollo arrostite come ponti tra mondi lontani, come linguaggi comuni. Intorno ai tavoli, operatori, cittadini e ragazzi accolti nei centri hanno condiviso cibo e conversazioni, come se si conoscessero da sempre. «Il cibo, come il calcio, favorisce la socializzazione – ha commentato Lorena Tortorici, Coordinatrice del Progetto SAI Marsala che coinvolge 7 Comuni della Provincia di Trapani –. Mettersi sul campo di gioco e condividere la tavola abbatte i pregiudizi e crea ‘familiarità’ e genera sicurezza fra chi si sente un ‘estraneo’ nella comunità dove oggi vive. È un passo concreto verso un nuovo inizio».

Dietro l’organizzazione dell’evento c’è un’équipe multidisciplinare che lavora quotidianamente nei centri SAI. Tra le figure coinvolte le psicologhe Marzia Alba e Luana Fazio, l’assistente sociale Vita Messina, la mediatrice culturale Elina Begisheva, l’operatrice per l’integrazione Flavia e gli operatori all'accoglienza Anna Todaro, Bartolomeo Pinco, Rosalba Rizzo e Giuseppe Aversa. Il lavoro di squadra è stato fondamentale per la buona riuscita dell’iniziativa. «Questi momenti sono fondamentali – ha spiegato Marzia Alba che riveste anche il ruolo di responsabile dei Centri di Accoglienza di Buseto Palizzolo e Custonaci – perché permettono ai ragazzi di sentirsi parte attiva della comunità.

Mostrano il loro impegno, le loro capacità, rompono l’isolamento, rafforzano l’autostima e imparano a fidarsi degli altri». Dello stesso parere l’assistente sociale Vita Messina, che ha sottolineato: “L’integrazione vera si gioca nella quotidianità. Eventi come questo accelerano i processi, rafforzano i legami, generano fiducia reciproca”.

Una giornata che ha profumato di cibo e amicizia, che ha vibrato di corse, di passaggi e di urla felici, e che si è chiusa con l’augurio tradizionale: Heid Mubarak, buona festa a tutti. E con la consapevolezza che, tra calcio e barbecue, l’inclusione può diventare una festa vera, concreta, gioiosa. L’evento di Custonaci si inserisce in una visione dell’accoglienza della Cooperativa Sociale Badia Grande basata su partecipazione, responsabilità e relazioni reali. Non una semplice giornata di festa, ma un piccolo esempio di integrazione possibile. Un modello che, per molti, merita di essere replicato altrove.

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