“Lo avevamo dichiarato insieme ai nostri segretari regionali al Provveditore della Sicilia, nell'incontro avuto a Palermo il 23 giugno scorso, che avremmo aspettato dieci giorni, ma visto il silenzio stiamo mettendo in campo le azioni di lotta preannunciate”.
Lo ricordano i segretari provinciali dei sindacati di categoria, annunciando lo stato di agitazione della polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Trapani.
“Siamo stati chiari: – scrivono Gaspare D'Aguanno (Sappe), Rocco Parrinello (Sinappe), Fausto Caruso (Osapp), Vito la Torre (UilPa PolPen), Arcangelo Poma (Uspp), Dario Schifano (Fns Cisl) – abbiamo descritto una situazione drammatica, tra cui la carenza di oltre 80 unità aggravate dal fatto che sia il Dipartimento di Roma e di riflesso il Provveditorato della Sicilia considerano nella forza operativa ben 26 unità di Polizia Penitenziaria che sono impegnati in servizi non interni, che di fatto hanno penalizzato il carcere di Trapani.
Considerare nell'organico 26 unita che non lavorano dentro il carcere significa gonfiare la pianta organica, causando minori assegnazioni di personale di tutti, situazione che da oltre 10 anni penalizza ingiustamente il carcere Pietro Cerulli di Trapani, che sta pagando anche il fatto che l’aumento di 250 detenuti con la costruzione del padiglione Adriatico non ha ricevuto neppure l’adeguamento dell’organico di Polizia penitenziaria".
“Al Provveditore – concludono i sindacalisti – abbiamo detto che senza un reparto di isolamento il controllo dei detenuti psichiatrici, altri che hanno posto azioni violente contro l’ordine e la sicurezza, e quelli sottoposti al regime di 14/bis, espone a rischio la sicurezza del personale operante, che continua giornalmente ad espletare turni di 8/10/12 ore continuative, denunciando anche la drammatica situazione strutturale del reparto Mediterraneo che se fosse una struttura privata già sarebbe stata chiusa con i sigilli”.