Venerdì pomeriggio alle 18.30, al Castello dei Conti di Modica, ultimo appuntamento con la Rassegna “Intrecci Narrativi” - Libri, Musica e Degustazioni, per la presentazione del romanzo di Giuseppe Lupo ‘Storia d’amore e macchine da scrivere’ edito da Marsilio.
La rassegna, a cura dell’Associazione per l’Arte con la direzione organizzativa di Giuseppe Messana ed artistica di Vito Lanzarone, ha avuto due location, ad Alcamo al Castello dei Conti di Modica e a Palermo, alla Libreria Feltrinelli, via Cavour; ed è stata realizzata con il contributo della Regione Siciliana - Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e la collaborazione della libreria Feltrinelli.
Intrecci Narrativi è una contaminazione di letteratura, degustazioni e musica. Per quest’ultimo appuntamento, le degustazioni saranno a cura dell’azienda vinicola Tenute Plaia; le musiche sono di Francesco Artale al basso, Piero Pignatiello e Giovanni Drago alla chitarra.
STORIA D’AMORE E MACCHINE DA SCRIVERE
Salante Fossi, inviato del Modern Times, si trova a Skagen durante il solstizio d’estate, per festeggiare il compleanno del Vecchio Cibernetico e, molto probabilmente, la sua vittoria al Nobel. Il Vecchio Cibernetico ha quasi cent’anni, è nato in Ungheria, è fuggito da Budapest con una donna mentre i carri armati sovietici invadevano la città, ha vissuto e studiato in tutta Europa e, da qualche anno, si è stabilito in Portogallo. Va in giro con la custodia di una Olivetti Lettera 22 per ricordarsi che, dopo anni passati sulle macchine da scrivere e sulle macchine calcolatrici, su vocabolari in ogni lingua, ha inventato Qwerty. Qwerty è la rivoluzione. Non c’è intelligenza artificiale che sia all’altezza di Qwerty. Non c’è cosa che Qwerty non possa fare, anche se nessuno sa che forma abbia, né cosa sia.
Salante Fossi non riesce a ottenere niente dal Vecchio Cibernetico, che alle sue domande non risponde, e anzi divaga tra la memoria e i sogni che lo inseguono da una vita, come fantasmi. Ascoltando le sue parole e i silenzi, scoprirà che alcune presenze sono tali anche senza i corpi, che la memoria è un sentimento, che la storia delle macchine in Europa e nel mondo è passata da Ivrea, dall’immaginazione di Adriano Olivetti, che si possono avere molte identità, ma un solo fine, e che Qwerty ha bisogno degli esseri umani così come gli esseri umani hanno bisogno di Qwerty. Una favola cibernetica avvincente e tenera, scritta con una lingua ilare e trasognata. Una storia d’amore, anzi due.
Giuseppe Lupo
è nato in Lucania (Atella, 1963) e vive in Lombardia, dove insegna letteratura italiana contemporanea presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Oltre a Ballo ad Agropinto, per Marsilio, dopo l’esordio con L’americano di Celenne ha pubblicato La carovana Zanardelli; L’ultima sposa di Palmira; Viaggiatori di nuvole; Atlante immaginario ;L’albero di stanze ; Gli anni del nostro incanto ; Breve storia del mio silenzio e Tabacco Clan . Ha pubblicato diversi volumi sulla cultura del Novecento, come La modernità malintesa (Marsilio 2023), e curato Moderno Antimoderno di Cesare De Michelis (Marsilio 2021). È autore di numerosi saggi e collabora alle pagine culturali del Sole 24 Ore.