Scuola e università, ecco come gli studenti trapanesi affrontano questo delicato periodo

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
16 Ottobre 2020 20:43
Scuola e università, ecco come gli studenti trapanesi affrontano questo delicato periodo

Il rientro nelle aule, come si sospettava, quest'anno è stato molto diverso rispetto agli anni precedenti. A causa del COVID, varie scuole trapanesi si sono attrezzate in modo diverso, chi ha preferito la DAD (didattica a distanza) e chi ha preferito le lezioni miste. Abbiamo chiesto a vari ragazzi e ragazze del trapanese cosa ne pensassero della didattica a distanza, ecco le dichiarazione di una ragazza che frequenta il quinto anno di superiori: «La nostra classe, come anche le altre, non ha un’organizzazione definita per ogni settimana.

Sin dalla prima settimana l’orario, le lezioni e i giorni di presenza e didattica a distanza sono sempre variati, quindi mette un po’ di confusione visto che non c’è un'organizzazione fissa. Un’altra cosa poco gradevole è il fatto che dobbiamo sempre seduti anche quando dobbiamo fare ricreazione, e questo mi sembra giusto - continua - ma stare 5 ore seduti è davvero pesante. Mi chiedo - conclude- perché dentro le classi non possiamo fare praticamente niente e invece fuori dalla scuola all’entrata e all’uscita siamo tutti ammassati».

Abbiamo sentito anche degli studenti universitari di Trapani che hanno così dichiarato: «Il Polo di Trapani, fortunatamente, si è subito attrezzato per far rispettare le norme anticovid. Infatti per i corsi di studio più numerosi la modalità è in DAD. La DAD ha sicuramente i propri comfort- dichiarano - si può fare lezione da casa, ci si può svegliare un pò più tardi, in un certo senso si seguono pure meglio le lezioni. Il problema è che non si può stare molto tempo davanti al computer, ci rimette la nostra vista.

La modalità in presenza è piuttosto difficoltosa: certo è molto bello essere ritornati all'università ma bisogna stare molte ore sempre con la mascherina a lezione. Fortunatamente ci sono delle pause. Non ci si può muovere, viene difficoltoso pure mangiare e non si possono più scambiare delle chiacchiere come si faceva prima». Simone Crapanzano

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