A distanza di alcune ore dalla nota del Comune di Misiliscemi, per il fermo (con nuovo lucchetto all’ingresso) dell’impianto di Marracco che ieri mattina ha lasciato senza acqua il proprio territorio, è stata pubblicata una replica da parte del Comune di Trapani, un “nota stampa in merito alle fuorvianti dichiarazioni diffuse dal Comune di Misiliscemi sulla ‘arbitraria’ gestione della stazione di sollevamento di Marracco”.
“L’Amministrazione Comunale di Trapani – si legge – ritiene necessario fare chiarezza per rispetto della verità e per fornire ai cittadini trapanesi e di Misiliscemi un’informazione corretta e completa. È utile ricordare che, durante un incontro presso l’ATI Idrico – formalizzato in un verbale sottoscritto dagli assessori Guaiana per Trapani e Franconeri per Misiliscemi – si stabilì che, su richiesta motivata del Comune di Trapani, gli operatori di Misiliscemi avrebbero provveduto a spegnere l’impianto per i tempi indicati, così da garantire una turnazione equa dell’acqua tra i due territori”.
“L’attuale condizione di emergenza idrica, aggravata dalle recenti criticità del sistema di Bresciana e dai guasti Enel, – continua la nota – è resa ancora più complessa dal continuo braccio di ferro con il Comune di Misiliscemi nella gestione delle fasi emergenziali”.
“Emblematico è il paradosso per cui Trapani, pur essendo soggetto gestore, ha dovuto perfino richiedere 20 litri al secondo per 36 ore ai Comuni già in sofferenza di Erice e Castelvetrano, a causa del rifiuto di Misiliscemi di rispettare le indicazioni emergenziali impartite”.
“In seguito a una riunione convocata dal Commissario regionale per l’emergenza idrica, dott. Cocina, alla quale il sindaco di Misiliscemi, pur invitato, non ha ritenuto di partecipare, è stata emanata una disposizione del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, firmata dallo stesso Commissario. Con tale atto – si ricorda ancora nella nota – è stato riconosciuto che l’unico gestore dell’impianto di Bresciana è il Comune di Trapani”.
“La disposizione stabilisce inoltre che il Comune di Misiliscemi debba consegnare le chiavi della stazione di Marracco a Trapani: un adempimento che, ad oggi, non è stato ancora rispettato”.
Seguono “i fatti del 22 agosto” scorso, partendo dal giorno precedente: “Nella giornata del 21 agosto, i serbatoi di Bresciana e San Giovannello hanno raggiunto livelli critici, con il rischio concreto di non poter garantire l’erogazione idrica al centro storico di Trapani e a Trapani nuova, al punto tale da far saltare anche la turnazione corrente.
Per questo motivo, Trapani ha richiesto formalmente lo spegnimento dell’impianto di Marracco per 12 ore, dalle ore 12.00 del giorno 22 agosto”.
Tale richiesta, tecnicamente motivata e necessaria per evitare gravi conseguenze igienico-sanitarie, è stata rigettata dall’Amministrazione di Misiliscemi, che non ha dato seguito alla disposizione. Nel pomeriggio, pertanto, Trapani è stato costretto a intervenire con il proprio personale tecnico per procedere allo spegnimento. Successivamente, l’Amministrazione di Misiliscemi ha arbitrariamente riattivato l’impianto, vanificando di fatto la misura adottata per garantire il ripristino dell’equilibrio idrico ai serbatoi di Trapani con un’equa turnazione dell’acqua”.
“Di fronte a questo comportamento reiterato e contrario alle disposizioni in ultimo regionali, – continua la nota – nella mattinata odierna (ieri, ndr) il Comune di Trapani, nella qualità di gestore legittimo, ha provveduto anche ad apporre un lucchetto all’accesso della stazione di Marracco.
Questa misura, adottata esclusivamente dai nostri tecnici, si è resa necessaria per impedire ulteriori abusi da parte dell’Amministrazione di Misiliscemi e per salvaguardare l’applicazione delle decisioni tecnico - idrauliche indispensabili alla gestione della crisi idrica”.
Dopo la ricostruzione degli eventi, la replica alle singole dichiarazioni contenute nella nota di Misiliscemi.
Secondo l’Amministrazione comunale di Trapani, “le dichiarazioni diffuse da Misiliscemi risultano contraddittorie e inaccettabili – si legge testualmente – :
- da un lato ammettono di aver trovato la pompa spenta senza alcuna effrazione, dall’altro parlano di “atto illegale” e “lucchetti arbitrari”, ignorando che l’intervento del nostro personale è dettato dalla competenza gestionale nonché ribadito dalla nota n. 36545 del 8/8/2025 del Dipartimento Regionale della Protezione Civile e da precise esigenze di tutela pubblica;
- sostengono di difendere i cittadini, ma rifiutano sistematicamente ogni richiesta di riequilibrio, ne si attivano per acquistare (anzi non pagano neanche il Comune di Trapani ) in fase emergenziale risorse da Siciliacque o chiedere alla cabina di regia regionale una redistribuzione anche a loro favore;
- parlano di scelte “politiche”, mentre la gestione dell’acqua, bene essenziale e primario, deve essere guidata da valutazioni tecniche idrauliche e da regole ampiamente condivise.
"È doveroso ricordare che, a differenza di tutti gli altri Comuni interessati dalla crisi idrica, Misiliscemi è l’unico territorio che non ha mai subito riduzioni percentuali di portata in queste stagioni difficili. Trapani, Erice e altri Comuni hanno dovuto affrontare numerose sospensioni e turnazioni più pesanti, mentre ogni richiesta di riequilibrio è stata sistematicamente ostacolata.
L’Amministrazione Comunale di Trapani respinge con fermezza ogni accusa e ribadisce che:
- la gestione degli impianti è in capo a Trapani, come stabilito dalla Regione;
- le decisioni adottate sono state motivate da criteri tecnici e di tutela della salute pubblica, non da pseudo valutazioni politiche;
- il comportamento del Comune di Misiliscemi, fatto di continui contrasti e rifiuti immotivati, mette a rischio l’equilibrio del sistema idrico dell’intero territorio”.
“Non è più tollerabile – conclude la nota – che la gestione dell’acqua sia oggetto di contrasti e arbitri locali, chiediamo il pieno rispetto delle regole e delle ordinanze regionali, nell’interesse esclusivo dei cittadini e non di posizioni di parte. Pertanto agiremo nelle competenti sedi per i reiterati e maldestri tentativi di interruzione di pubblico servizio”.