​Emergenza idrica. La Corte dei Conti boccia la Regione siciliana: non è solo la siccità a lasciare senza acqua

La sindaca di Erice: “Servono investimenti veri sulle reti, programmazione seria e coinvolgimento dei Comuni”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
08 Settembre 2025 16:51
​Emergenza idrica. La Corte dei Conti boccia la Regione siciliana: non è solo la siccità a lasciare senza acqua

“Il giudizio è durissimo: la Corte boccia senza mezzi termini la Regione Siciliana, parlando di assenza di programmazione, ritardi cronici e incapacità gestionale. Non è quindi la natura a lasciarci senz’acqua: è la cattiva politica e la mancata pianificazione”.

Lo afferma la sindaca di Erice, Daniela Toscano, con un post sul proprio profilo personale.

“La Corte – scrive – lo dice chiaramente nel suo ‘Referto sulla gestione dello stato di emergenza in relazione alla situazione di grave deficit idrico e alla criticità delle infrastrutture nel territorio della Regione Siciliana’: l’acqua in Sicilia c’è, ma si perde nelle reti idriche, vecchie e colabrodo. Infrastrutture mai completate, dighe non collaudate, dispersioni enormi. Un sistema che spreca più della metà della risorsa mentre i cittadini restano a secco”.

“Questa è la verità che troppo spesso viene nascosta dietro la parola ‘siccità’. – continua Toscano – Certo, il clima incide, ma il problema di fondo è un altro: da anni la Regione non pianifica, non investe, non informa. I Comuni e i cittadini vengono lasciati soli. E, purtroppo, molti cittadini credono che siano i Comuni a non occuparsi di tutto questo quando, semplicemente, compete alla Regione”.

“A Erice, come in tanti altri Comuni, – ricorda – viviamo questa situazione ogni giorno: rubinetti asciutti, turnazioni, famiglie e attività costrette ad arrangiarsi. E ciò che pesa ancora di più è il silenzio: da Siciliacque e dalla Regione non arrivano notizie chiare su cosa si intenda fare, con quali tempi e con quali risorse”.

“È tempo di cambiare passo. Servono: investimenti veri e immediati sulle reti; programmazione seria e trasparente, che la Regione non può più rimandare; coinvolgimento dei Comuni, che sono i primi a rispondere ai cittadini. Serve soprattutto chiarezza. Non per fare il gioco dello ‘scaricabarile’, ma perché è giusto che ciascuno si prenda le proprie responsabilità".

"Non possiamo più subire in silenzio. – conclude – L’acqua è un diritto e non un privilegio a giorni alterni. Ed è corretto che tutti sappiano la verità”.

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza