Nel salone del Plesso San Domenico, a Trapani, si è svolto oggi un incontro promosso dal Sicet Palermo Trapani col patrocinio del Comune, dal titolo “Abitare e vivere a Trapani - Strategie per l’emergenza povertà abitativa”. Su questo tema si sono confrontati gli organizzatori del Sindacato Inquilini Casa e Territorio, il Comune di Trapani, l’Istituto Autonomo Case Popolari, la Diocesi e l’Università.
“Le situazioni di criticità sociale esistenti nelle nostre città sono sotto gli occhi di tutti, enfatizzate da una condizione di povertà dilagante in tutte le sue forme: non più solo economica, materiale, ma anche educativa, culturale e abitativa. – spiega il segretario generale del Sicet Cisl Palermo Trapani, Fabio Salici – È una povertà diffusa che impone, anche per questo, l’urgente condivisione di una visione strategica che coinvolga tutte le forze capaci di incidere sulla struttura economica e sociale del territorio”.
Per quanto riguarda Trapani, “una indicazione puntuale della condizione di povertà abitativa – evidenzia Salici – è data dal numero delle richieste presentate per il bando ‘sostegno affitti’ del 2022 e pubblicato nel 2024, l’ultimo finanziato dal Governo nazionale: sono state circa 500 le famiglie trapanesi a richiedere questa misura. Così come un altro elemento da considerare riguarda il numero degli sfratti, che nel 2024 a Trapani sono stati 204”.
Il delicato momento è confermato dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, e dall’assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Virzì: “Anche a Trapani, come nel resto dell’isola, cresce il numero delle famiglie che affrontano momenti di difficoltà, lo testimonia il numero di richieste di attestazione di disagio economico, richiesta dal bando regionale per il contributo di solidarietà”.
Nell’intervento di apertura dei lavori, è stata sottolineata “l’attenzione che il Comune presta ai cittadini che si rivolgono all’amministrazione per un supporto nella gestione della vita quotidiana: la realtà trapanese è comune a quella di tanti, troppi territori del nostro meridione e sconta un periodo di flessione delle opportunità lavorative che si accompagna a una evidente denatalità e all’invecchiamento della popolazione. A fronte di questo l’amministrazione ha avviato e sta implementando una serie di iniziative, fra cui i servizi di assistenza agli anziani ma anche un progetto di accompagnamento al lavoro per sostenere chi, uscendo dalla scuola, deve inserirsi nel mondo del lavoro”.
“Il Comune sostiene ogni iniziativa, come quella organizzata oggi dal SICET, – aggiungono gli amministratori – per sensibilizzare e coinvolgere su tematiche sociali di tanta rilevanza. Occorre però che IACP da un lato e Governo regionale e nazionale dall’altro facciano fino in fondo la loro parte: non solo per la straordinaria manutenzione a molti immobili non rimessi sul mercato sociale, e dunque di fatto privati alla fruizione degli aventi titolo ed in lista d’attesa, ma anche per la costruzione di nuovi complessi edilizi. Occorrono pertanto concrete azioni da parte dello IACP di Trapani e del Governo regionale. Porteremo tali istanze anche al dibattito politico locale e regionale”.
Tematiche sviluppate in un intenso dibattito, animato dalla segretaria territoriale del SICET di Trapani, Daniela Di Girolamo, attraverso gli interventi di Don Alberto Genovese, vicario generale della Diocesi di Trapani, Vincenzo Scontrino per lo IACP di Trapani, Francesco Torre del Consorzio Universitario della Provincia di Trapani, e l’assessore Virzì per il Comune.
All'incontro hanno partecipato studenti dell’Istituto Rosina Salvo, che hanno interagito con i relatori, proponendo riflessioni e chiedendo risposte a domande specifiche. “Questo è stato il valore aggiunto della giornata, il diventare protagonisti da parte dei giovani studenti è il vero evento all’interno dell’iniziativa. – commenta Fabio Salici – Per costruire la città del futuro è indispensabile coinvolgere chi vivrà la Trapani dei prossimi anni, e la differenza fra una visione miope dell’orizzonte di questa città ed una prospettiva di crescita, anzitutto culturale e quindi sociale ma anche economica e produttiva, non può prescindere dal riuscire a ingaggiare i giovani trapanesi, nel far pensare alla possibilità di realizzare se stessi e i propri sogni senza dover necessariamente lasciare la propria terra”.