Osteoporosi, malattia silente: cos’è, diagnosi e terapie. Ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
09 Dicembre 2020 13:17
Osteoporosi, malattia silente: cos’è, diagnosi e terapie. Ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

L'osteoporosi è una malattia sistemica dell'apparato scheletrico, caratterizzata da una bassa densità minerale e dal deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, queste alterazioni causano una diminuzione della resistenza meccanica e un aumento della fragilità delle ossa che possono andare incontro a frattura anche dinanzi a traumi che di solito non causano problemi importanti. Si stima che in Italia ne siano affetti 1 donna su 3 oltre i 50 anni e 1 maschio su 10 oltre i 60 anni.

Nonostante questa larga diffusione solo la metà delle persone affette eseguono una terapia anti-osteoporotica. Le ossa sono un tessuto estremamente dinamico, che al contrario di ciò che si possa pensare, va incontro continuamente a fenomeni di riassorbimento e rimodellamento, (si pensi che ogni 10 anni circa le ossa si rinnovano completamente). A volte però vi è uno squilibrio tra apposizione di nuovo tessuto osseo ed il suo riassorbimento, quando ciò avviene può insorgere la patologia osteoporotica.

Abbiamo due forme di osteoporosi: L’osteoporosi primaria, non associata ad altre patologie, rappresenta la forma più comune, possiamo suddividerla ulteriormente nel Tipo 1 (post-menopausale) e nel Tipo 2 (senile); Le forme secondaria sono subordinate ad un'altra patologia, come: malattie endocrine, genetiche o sistemiche autoimmuni oppure all’utilizzo di farmaci glucocorticoidi per lunghi periodi o ancora come conseguenza di immobilizzazioni prolungate.

Una menzione speciale merita la celiachia, patologia che negli ultimi anni ha subito un aumento esponenziale di diagnosi, che sembrerebbe determinare osteoporosi per due meccanismi distinti: malassorbimento intestinale e reazioni alterate di alcuni anticorpi. L’osteoporosi è una malattia silente, che non causa dolore, l’esordio dei sintomi coincide con la comparsa di una o più fratture da fragilità. Potenzialmente tutto lo scheletro è colpito dalla malattia, ma gli eventi fratturativi colpiscono maggiormente distretti, quali: colonna vertebrale, collo del femore e polso, con gravi conseguenze per il paziente e importanti costi per il SSN.

DIAGNOSI La diagnosi si base sull’esecuzione della densitometria ossea (MOC O DEXA), che permette di calcolare la densità minerale ossea, generalmente di due distretti ben precisi: rachide vertebrale e collo femorale. I dati ricavati dall’esame nei soggetti di età maggiore a 50 anni, vengono confrontati con quelli di un giovane adulto sano al picco di massa ossea (25 anni) e viene detto T-SCORE.

In base ai valori del T-score, si può avere una densità: normale, un’osteopenia oppure un’osteoporosi. Oltre all’esame densitometrico è bene effettuare delle analisi del sangue volte alla determinazione di elementi come: Calcemia, Vit. D, Fosforo, PTH e TSH e degli esami delle urine per indagare la Calciuria e la fosfaturia. L’esame MOC-DEXA, non essendo un esame di screening, può essere effettuato quando sono presenti dei fattori di rischio maggiori e/o minori. Tra i principali criteri, elenchiamo: pregresse fratture da fragilità, storia di malattie croniche, menopausa inferiore ai 45 anni, familiarità per osteoporosi o per fratture vertebrali/femorali, eccessiva magrezza BMI <18.

Tra i minori ricordiamo: abuso di alcool, fumo e basso introito di calcio con la dieta. Sicuramente la prevenzione, come spesso accade è la migliore delle terapie. Quindi possiamo modificare il nostro stile di vite, facendo un’adeguata attività fisica, anche e soprattutto in età adulta, aumentando l’introito di calcio con la dieta (formaggi stagionati, frutta secca, pesce e verdure a foglia), rinunciando a cattive abutudine come fumo o abuso di alcoolici, e contestualmente aumentando la produzione della Vitamina D, che viene prodotta dalla nostra pelle in risposta all’esposizione ai raggi solari e che aumenta l’assorbimento intestinale di calcio.

TERAPIA Quando la prevenzione non basta, o siamo davanti a quadri conclamati di osteoporosi, bisogna ricorrere alle terapie farmacologiche; che si basano sull’utilizzo di farmaci che vanno a limitare l’attività degli osteoclasti (ndr le cellule che vanno a riassorbire il tessuto osseo), tra i quali elenchiamo i più importanti sono i Bifosfonati, il Desonumab, o i SERM, oppure la teriparatide, farmaco che invece stimola gli osteoblasti (cellule deputate alla costruzione del tessuto osseo), coadiuvanti il più delle volte da supplementazione di Calcio e Vitamina D.

Tutti questi farmaci hanno dimostrato di migliorare la densità minerale ossea e di diminuire gli eventi fratturativi, ma come qualsiasi farmaco non sono scevri da effetti collaterali, per questo la terapia va sempre valutata caso per caso ed impostata come “menù alla carta” nei confronti del singolo paziente. L’auspicio nel prossimo futuro deve essere quello di diagnosticare quanto prima e quanto più largamente possibile nella popolazione, la patologia osteoporotica per poterla trattare ed evitare le temute fratture da fragilità.

Dott. Danilo Di Via Medico specializzando presso Università degli Studi di Catania – Facoltà di Medicina e Chirurgia. Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche – Sezione di Ortopedia e Traumatologia. Direttore Prof. Giuseppe Sessa Direttore di scuola Prof. Vito Pavone Prof. associato Gianluca Testa

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