​Mazara, truffa sui finanziamenti Covid-19: sequestrati beni per 1,7 milioni di euro

Provvedimento preventivo eseguito dalla Guardia di Finanza nei confronti di tre società e cinque persone

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
24 Marzo 2025 11:35
​Mazara, truffa sui finanziamenti Covid-19: sequestrati beni per 1,7 milioni di euro

Per tre anni, attraverso false fatturazioni, avrebbero richiesto e ottenuto indebiti finanziamenti garantiti dallo Stato durante l’emergenza causata dal Covid-19. Si tratta di tre società e cinque persone di Mazara del Vallo, destinatarie di un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore di 1,7 milioni di euro.

Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Velletri (Roma), è stato eseguito dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, coordinati dalla Procura di Velletri, a conclusione di un’articolata indagine avviata nel 2023 nei confronti di un presunto “sodalizio radicato nella città di Mazara del Vallo dedito all’indebito conseguimento di finanziamenti”. Lo affermano gli stessi finanzieri, che hanno anche eseguito numerose perquisizioni nei confronti degli indagati nelle province di Trapani e Palermo.

L’attività investigativa, condotta dai militari della Tenenza di Mazara del Vallo, avrebbe permesso di acquisire “significativi elementi di sospetto in ordine alla veridicità di diverse operazioni di compravendita di prodotti ittici intercorse tra due società operanti nel territorio di Mazara del Vallo e una terza società, con sede ad Anzio (Roma), non più operativa e intestata formalmente a prestanome”. Gli investigatori, in particolare, avrebbero individuato “una consistente mole di false fatturazioni attinenti ad operazioni oggettivamente inesistenti di acquisto e vendita di prodotti ittici che – si legge in una nota diffusa dalla Guardia di Finanza – hanno costituito il presupposto di bilanci d’esercizio gonfiati e false dichiarazioni fiscali, con il preciso scopo di far apparire la società con sede ad Anzio solida sotto l’aspetto patrimoniale, reddituale e finanziario, condizione che ha consentito di avanzare (e poi ottenere) indebitamente, negli anni 2020, 2021 e 2022, richieste di finanziamento ad istituti di credito coperti dalla garanzia dello Stato di cui alla legge 662/1996 per complessivi 1.418.000 euro”.

Agli indagati viene contestato anche il reato di autoriciclaggio di una parte delle liquidità finanziarie ottenute, per oltre 280 mila euro.

“L’attività – precisano gli investigatori – si colloca nell’ambito della fase delle indagini preliminari, allo stato delle attuali acquisizioni probatorie e, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza”. Ma l’operazione testimonia l’impegno della Guardia di Finanza, nel “garantire la corretta allocazione delle risorse pubbliche nei confronti delle imprese in difficoltà e nel perseguire comportamenti illeciti particolarmente dannosi per l’economia nazionale, a tutela del bilancio dello Stato e dell’Unione europea”. 

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