La protesta silenziosa della curva al Palashark e il botta e risposta con il presidente Antonini

Il numero uno granata su X: "A fine anno si tireranno le somme di tutto per capire se e come andare avanti”.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
03 Marzo 2025 13:40
La protesta silenziosa della curva al Palashark e il botta e risposta con il presidente Antonini

Una scena da film di Tarantino, senza dialoghi. Lo “sciopero delle ugole” è andato in scena ieri al Palashark durante il match contro Varese. Un primo quarto in silenzio. Una protesta del tifo organizzato contro il patron Valerio Antonini.

Al centro della diatriba, uno striscione affisso qualche settimana fa dagli ultras all’esterno del Palashark che recitava: “Repeša non si tocca!”. Per i tifosi, un semplice gesto d’amore verso il coach; per il presidente Antonini, un messaggio dai toni minacciosi. Insomma , una vicenda da manuale di filologia.

E così, mentre in campo la squadra correva e il pubblico si interrogava sui motivi del silenzio, arriva la scena clou: uno striscione srotolato dai gruppi ultras con la scritta “Trapani siamo noi”. Ma i tifosi non avevano fatto i conti con gli oltre quattromila spettatori presenti al palazzetto che, a un certo punto, hanno lanciato una pioggia di fischi sonori. Il “Trapani siamo noi” non è stato accolto proprio con ovazioni.

Dopo la partita, i gruppi organizzati “Trapanesi Granata”, “Nessuna Resa”, “Gate 91100 Trapani” e “Virtusiani Drepaniani 1989” hanno chiarito la loro posizione con un comunicato: non sono minacciosi, non accettano etichette e soprattutto non si sentono capiti.

Dal canto suo, il presidente Antonini ha ribattuto con un lungo post su X.

“Questo comunicato - ha sottolineato - rappresenta in poche righe tutto ciò che io combatterò sempre nella vita. E quando il tifo si erge a questi livelli, è meglio non averlo neanche. Per inciso : ho definito uno striscione minaccioso E NON PERSONE MINACCIOSE, perché quando si scrive REPESA NON SI TOCCA! con punto esclamativo a casa mia è una minaccia. È pur vero che l'italiano è una lingua che parlano in pochi , disse una volta Andreotti. Per di più basato su una notizia inventata da un giornalista locale in cerca di autore. E il tutto nonostante ieri sia Il capitano che il coach invocassero unità. Puntualmente disattesa.

Uno striscione con scritto TRAPANI SIAMO NOI La curva , è il testamento perfetto che ci differenzia in tutto. A Roma gli avrebbero intonato un : SE LA CANTANO E SE LA SUONANO DA SOLI.

Mi avevano avvisato , svariati presidenti di altre società, che arrivando dal nulla cosmico dove eravamo al livello dove siamo ora, si sarebbe creato un gruppo di tifosi che pensano di parlare a nome di tutti e che pur di avere un posto a tavola anche per negoziare prezzi dei biglietti agevolati o altre situazioni, si sarebbero prestati a queste storie. Ma non hanno capito che con me non avranno mai dialogo se questi sono i comportamenti ed anzi ne faccio volentieri a meno a queste condizioni . E come me tutti quelli ( il 99%) che stasera al palashark li hanno etichettati nel modo più idoneo per quello che hanno visto e sentito. Sono profondamente deluso da ciò che sto vedendo ed è chiaro che a fine anno si tireranno le somme di tutto per capire se e come andare avanti”.

A stemperare gli animi ci ha pensato, nella conferenza stampa post-partita, coach Jasmine Repesa: “Se non restiamo uniti diventiamo deboli di fronte alle corazzate”. 

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