La pandemia ed il conseguente isolamento ha causato tante reazioni di stress emotivo naturale, ma con il proseguire dello stato di emergenza è successo qualcosa di nuovo, così come ci dicono l’assistente sociale Mariapia Angileri e la psicoterapeuta Vita Accardo: “Un vero e proprio sconvolgimento, abbiamo dovuto cambiare completamente lo stile di vita, le abitudini, i modi di essere nel sociale. Così le persone che stavano già male prima, in condizioni alterate, malesseri e disarmonie (non necessariamente patologie evidenti) si sono sentite peggio: destabilizzate, arrabbiate, impaurite”.
Invece, le persone che avevano già da prima un buon equilibrio, un funzionamento discreto, una certa condizione armonica hanno potuto affrontare l’isolamento molto meglio, “con più calma e pazienza, trovando anche aspetti meno negativi e addirittura positivi – dicono le due esperte. Le persone hanno scoperto di avere più tempo per stare con se stesse, per comprendere quali sono le cose realmente importanti. Ma le persone che stavano male hanno desiderato che tutto finisse al più presto: sono state ancora più agitate, arrabbiate, si sono sentite oppresse, come se stare confinati fosse come stare imprigionati”.
Il virus e il lungo confinamento ci hanno messo di fronte a una realtà che non possiamo più ignorare. “Anche l’isolamento sociale sta crescendo sempre più, il non abbracciarsi ed il non toccarsi sta diventando un modo normale di vivere – scrivono Angileri ed Accardo. È stato anche dimostrato che il contatto aiuta lo sviluppo neuronale sin dall’inizio della vita e che un abbraccio agisce anche sui neurotrasmettitori positivi del benessere”.
Una riflessione, quindi, su cosa significa essere vivente: “Stare lontano tanto tempo dal contatto ci ha ricordato che, anche se sono passati migliaia di anni, il nostro funzionamento biologico di base non è cambiato. Siamo nati per stare con gli altri, siamo nati per vivere nella natura e con la natura e non per sottometterla o distruggerla – proseguono”.
Come dovremmo approfittare di questo drammatico evento? “La pandemia può aiutarci a trovare la capacità di affrontare in modo diverso la vita, anche difficile, ma in modo pieno e felice. Può aiutarci a riscoprire antiche risorse, le capacità che avevano i nostri antenati, gli uomini di antiche civiltà pacifiche e immerse nella natura, di affrontare una vita al di fuori dei grattacieli, di ambienti chiusi, aree asettiche, corse frenetiche al successo. Dobbiamo riemergere in quello che è davvero il nostro vero ambiente, che non è fatto di consumismo, denaro, cose troppo spesso inutili – continuano le due esperte.
La pandemia ci ha anche fatto capire che siamo caduti in una civiltà costruita sul dolore e sulla sofferenza, in ogni paese del mondo. Con il virus, tutto questo è ora più chiaramente visibile. E tutto questo dovrebbe farci comprendere che bisogna cambiare, cambiare molto in questa attuale civiltà. E’ necessaria una nuova e diversa rivoluzione: una rivoluzione per la vita, per le persone, per il pianeta”.
Cosa fare? “Possiamo far diminuire il supporto esagerato della tecnologia, smettere di farla sviluppare a dismisura a scapito della vita, perché questo alla fine ci rende sempre più deboli, incapaci, ma anche infelici. Dobbiamo intervenire sui Funzionamenti profondi delle persone, a cominciare soprattutto dalle nuove generazioni. Ma dobbiamo agire sulla interezza mente-corpo, perché altrimenti il cambiamento non potrà avvenire: non basta la consapevolezza, non basta capire, non basta dire alle persone di cambiare.
Siamo fatti di Funzionamenti profondi costituiti da livelli cognitivi e simbolici, emotivi, immaginativi; ma anche sensoriali, posturali, motori, endocrini, neurovegetativi: mente e corpo insieme. Oggi conosciamo bene le metodologie che agiscono proprio sui Funzionamenti profondi , e che sono in grado di recuperare le risorse e le capacità che rendono la vita piena, naturale, armonica. Possiamo finalmente recuperare il benessere profondo, abbandonando quello fittizio dei sostituti, dei falsi obiettivi, degli oggetti e delle apparenze.
Possiamo Intervenire per eliminare lo stress e riguadagnare benessere individuale e sociale (relazioni positive nel nostro lavoro e nella nostra vita affettiva). E questo soprattutto a partire dall’infanzia, che rappresenta la società del futuro”.
Mariapia Angileri e Vita Accardo lavorano in equipe, una è assistente sociale il cui compito è una valutazione sociale in situazioni particolari, dando supporto pratico alla gestione di vita reale per aiuti nella richiesta di contributi o pratiche di quotidianeità socio relazionali; l’altra è una psicoterapeuta di orientamento funzionale che attraverso la psicologia funzionale, ideata da Luciano, utilizza tecniche che agiscono sulla persona nel suo insieme e non solo a livello cognitivo e mentale.
“Sono metodi che possono essere applicati anche su larga scala e che danno risultati molto significativi e in tempi brevi – scrivono le due esperte. Li abbiamo già sperimentati per verificare che si possono ottenere effetti profondi sull’intero complesso mente-corpo. Li abbiamo già sperimentati anche su soggetti che soffrono di varie importanti patologie, affiancando le cure mediche, con il risultato di miglioramenti notevoli. A questo punto sarebbero necessarie una volontà politica e una forte azione sociale – concludono - perché queste potenzialità non restassero solo parole, ma si traducessero in progetti concreti, facendo sì che quello che sembra solo un sogno possa diventare pienamente realtà.
E che il benessere e il supporto sociale siano alla portata di tutti”.