“Mettiamo a disposizione le risorse della nostra Amministrazione per attivare un coordinamento provinciale che si occupi di costruire ponti di Pace e che ricerchi le migliori soluzioni per accogliere il popolo degli invisibili costretto a lasciare la propria patria”.
È la conclusione di un documento di due pagine, sottoscritto dal sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, con l’assessore ai Servizi Sociali, Giuseppe Virzì, diffuso oggi con la doppia intestazione del Comune di Trapani e della Consulta per la Pace.
Si tratta di un accorato appello, per la risoluzione del conflitto che continua a mietere vittime innocenti; è indirizzato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, al Presidente del Senato della Repubblica, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari del Senato della Repubblica, al Presidente della Camera dei Deputati, ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati; e per conoscenza al Presidente della Regione Siciliana, al Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, ai Capigruppo presso l'Assemblea Regionale Siciliana, al Prefetto di Trapani, al Presidente Nazionale ANCI e al Presidente ANCI Sicilia, al Presidente del Libero Consorzio di Trapani e ai Sindaci dei Comuni della provincia di Trapani.
Di seguito, il testo integrale.
OGGETTO: Palestina-Gaza: NON POSSIAMO.. e NON DOBBIAMO RIMANERE IN SILENZIO.
La Città di Trapani, come racconta la sua storia, la sua cultura, la sua posizione territoriale, è sempre stata un punto di incontro di popoli con differenze sociali e religiose; un crocevia nel quale l'accoglienza e l'apertura verso lo straniero - che diventa risorsa, che diventa parte di una comunità - sono state in grado di produrre Bellezza piena di stupore. D'altronde non potrebbe essere diversamente tenuto conto che la stessa posizione geografica rende la Città di Trapani e la Sicilia stessa, ponte naturale che collega l'occidente con l'oriente, il nord con il sud del mondo.
Non possiamo oggi restare in silenzio dinanzi alla strage di vittime civili e di innocenti che insanguina anche il Medio Oriente. Abbiamo tanti motivi per non rimanere in silenzio anche perché nel nostro territorio tante sono le ferite ancora aperte dalle quali ogni giorno cerchiamo di attingere slanci di cambiamento per trasformare la sofferenza in un vissuto nuovo e diverso. Ferite provocate dalla cultura dell'omertà, del silenzio, dell'assuefazione al male assoluto, quello che crea connivenze inaccettabili tra chi governa e i criminali, anche mafiosi, a discapito di poveri innocenti come i gemellini Asta uccisi crudelmente, qui, nelle nostre strade 40 anni fa.
Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle che il silenzio uccide! Uccide realmente, versando sangue innocente, ma uccide, anche e soprattutto, la comunità tutta che rimane vittima della paura, della vendetta e dell'odio.
Non possiamo rimanere in silenzio, perché siamo figli di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Giangiacomo Ciaccio Montalto, di Mauro Rostagno, di Paolo Borsellino, ma anche di Giovanni Falcone, di Francesca Morvillo, di Antonino Via e di tantissimi altri che si sono sempre anche a costo della vita schierati a difesa della giustizia e della verità, a difesa degli ultimi, di chi non ha voce, di chi non ha nessuna colpa se non essere di ingombro o di inciampo per il raggiungimento di obiettivi oscuri e terribili.
Questo nostro appello è assolutamente scevro da ideologie, da steccati politici, da qualsivoglia posizione di parte o critica nei confronti delle Istituzioni che rappresentano il nostro Paese. Vorremmo semplicemente a gran voce gridare, BASTA: smettetela!
I tanti, troppi bambini uccisi nella striscia di Gaza sono un crimine contro l'umanità. È stato precluso il loro futuro ma anche il nostro e nessuna motivazione può giustificare tali azioni di crudeltà e morte. Ci vorranno anni per estirpare dai cuori di quel popolo, tutto l'odio che si è seminato e si continua a seminare. Le conseguenze di azioni criminali così crudeli, non saranno circoscritte a quel martoriato territorio, ma peseranno anche nella quotidianità delle nostre Città, della nostra nazione, del nostro continente. Così come teorizzato da E. Lorenz ... ogni pur piccolo evento, come il battito d’ali di una farfalla, è in grado di provocare grandi cambiamenti nel resto del mondo e l'odio si espande come un terribile virus.
E dunque, la Città di Trapani, convinta fermamente che per raggiungere la Pace, occorre impegnarsi per una sicurezza che non passi solo per la deterrenza armata, ma piuttosto utilizzi politiche di pace strutturali lavorando per la creazione di una nuova architettura istituzionale capace di coinvolgere tutti i livelli della società chiamati ad essere costruttori di Pace, a gran voce, chiede di:
- Promuovere il riconoscimento dello stato di Palestina;
- Sollecitare un immediato e duraturo cessate il fuoco che permetta la liberazione di tutti i prigionieri/ostaggi, chiedendo la convocazione di una conferenza di Pace sotto l'egida delle Nazioni Unite;
- Porre in essere ogni azione tesa a favorire un dialogo all'interno dell'Unione Europea, per adottare misure efficaci, inclusi eventuali strumenti di sanzione e di sospensione di accordi militari, al fine di incentivare il rispetto del diritto internazionale e lo smantellamento totale di gruppi terroristici;
- Sostenere iniziative diplomatiche a livello europeo e internazionale tese a favorire il rispetto dei diritti umani e a promuovere una soluzione equa e pacifica del conflitto;
- Ripristinare il sostegno all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (UNRWA).
Non è un caso, che il 21 maggio dello scorso anno si è insediata in questo Comune, passando dal consenso democratico del Consiglio Comunale, la Consulta Comunale per la Pace e la Cooperazione, la Solidarietà Internazionale e la Promozione dei diritti umani. Non è un caso che, d'intesa con il Rotaract Club Trapani e il Rotary Club Trapani si è promossa l'iniziativa dei "Cartelli della Pace" collocati in punti significativi della città, quale invito al dialogo, alla riflessione e alla responsabilità collettiva per la promozione della cultura della Pace. Non è un caso che quotidianamente anche nelle scuole, ci spendiamo per promuovere pace.
Ed è per tutto ciò che oggi mettiamo a disposizione le risorse della nostra Amministrazione per attivare un coordinamento provinciale che si occupi di costruire ponti di Pace e che ricerchi le migliori soluzioni per accogliere il popolo degli invisibili costretto a lasciare la propria patria.
Con deferenza, rispetto e fiducia
L'Assessore ai Servizi Sociali Giuseppe Virzi
Il Sindaco Giacomo Tranchida