“Trapani Urbs Invictissima”, storia della Tonnara San Giuliano

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
30 Agosto 2020 12:27
“Trapani Urbs Invictissima”, storia della Tonnara San Giuliano

Quindicesima puntata della rubrica storica che approfondirà le origini dei quartieri trapanesi: un ritorno al passato, per conoscere meglio la storia della città dei due mari e delle strade che ogni giorno percorriamo. Nonostante sia definito un rione popolare, il quartiere Cappuccinelli è da sempre una delle aree più frequentate dai trapanesi per il suo mare così cristallino da poter fare invidia ai Caraibi. Una delle spiagge più gettonate è, senza dubbio, la “Punta Tipa” che prende il nome dalla Tonnara, realizzata su una zona pianeggiante ed estesa verso il mare a nord-est della città.

In realtà, il vero nome della Tonnara è “San Giuliano Palazzo” ed è sicuramente un esempio della Trapani antica in quanto risalente al XVII secolo ed essendo la prima tonnara della Sicilia Occidentale. Nel corso dei secoli furono tanti i proprietari: la famiglia Fardella, la famiglia Borghese di Roma, la famiglia Serraino – possedenti di diverse tonnare soprattutto in Tunisia – che la diedero in appalto ad un commerciante trapanese, Vito Tipa, da cui la tonnara prese il nome, che la usò come conservificio di prodotti ittici.

La costruzione si sviluppava su due piani: al piano terra vi era un grande cortile, al primo, invece, vi erano gli alloggi dei dipendenti, grazie ai quali si potevano avere l’uovo di tonno, il tonno in scatola, la ficazza – la salsiccia di tonno –, la bottarga, il mosciame e il lattume e la tonnina fresca – anticamente definita carne dei poveri –. Davanti il caseggiato si trovavano, inoltre, una piccola chiesetta – che prese il nome di “Chiesa di San Giuliano a la Punta”, martire cartaginese e patrono di Trapani ed Erice fino al XVIII secolo – e una torre di avvistamento – secondo alcuni una delle cinque torri che fanno parte dell’emblema della città – utile, nei secoli passati, per la difesa dai pirati provenienti dal Nord Africa che rubavano principalmente il pesce lavorato dalle tonnare.

La chiusura dell’edificio risale al 1961 e da quel giorno venne completamente abbandonata. E, ad oggi, risulta essere una vera e propria struttura in rovina. Forse la causa è ritrovabile nel poco interessamento verso questo edificio e, in generale, verso la storia di Trapani.

Ma, nonostante l’incuria e la negligenza, la Tonnara rimane una bellezza indiscutibile e, soprattutto, un luogo di cui andare fieri. Perché, fin dalla sua creazione, rappresenta la città di Trapani, le sue tradizioni e, soprattutto, l’umiltà dei nostri antenati che facevano della “carne dei poveri” i propri pasti. Quell’umiltà che ci ha portato a dimenticare e ad abbandonare quei posti che potrebbero essere definiti dei veri e propri fiori all’occhiello per la città. Chiara Conticello

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