Trapani, ricordato stamane Giangiacomo Ciaccio Montalto a 39 anni dall'uccisione

Le parole del sindaco Tranchida e del presidente del tribunale di Trapani, Andrea Genna.

Mirko
Mirko Ditta
25 Gennaio 2022 10:55
Trapani, ricordato stamane Giangiacomo Ciaccio Montalto a 39 anni dall'uccisione

Questa mattina, all’interno della villa Margherita, è stata ricordata la figura di Giangiacomo Ciaccio Montalto, magistrato ucciso - a Valderice - dalla mafia esattamente 39 anni fa. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale, ha visto la partecipazione di pochissime figure istituzionali: presenti il presidente del tribunale di Marsala, Alessandra Camassa, e il presidente del tribunale di Trapani, Andrea Genna.

Ai piedi dell’albero della memoria, una corona di alloro: «Qualche anno fa, insieme alla figlia del giudice Montalto - dichiara il Sindaco Tranchida - abbiamo dedicato a Giangiacomo una statua alla Villa Margherita a simboleggiare due delle sue più grandi passioni: la musica ed il mare. In questo anniversario, mi piace ricordare come finalmente stia prendendo vita tra l'amministrazione comunale ericina guidata dal Sindaco Toscano in collaborazione con il Comune di Trapani, un progetto all'interno di un bene confiscato al mafioso Pace: una biblioteca multimediale ed una radio social per consentire la trasmissione e la conoscenza delle vicende giudiziarie e di mafia che riguardano questa terra, progetto affidato ai giovani dell'associazione Trapani per il Futuro.

Fare memoria e conoscenza è imprescindibile per tramandare alle generazioni più giovani quanto avvenuto negli anni scorsi, ricordando chi ha pagato con il sangue e con la vita l'azione di contrasto al malaffare mafioso e non. Auspico dunque ampia collaborazione, nel rispetto dei ruoli istituzionali, - conclude il Sindaco - con la Prefettura, Questura, Forze dell'Ordine e Tribunale al fine di raggiungere all'attuazione concreta anche di questi progetti per ricordare la figura di Montalto e di tutti quegli eroi che hanno lottato per la libertà».

Commosso il ricordo di Andrea Genna: «Io sono stato tra i diversi magistrati che hanno avuto l’onore e il piacere di conoscere Giacomo, di stargli vicino nei rapporti amicali e famigliari. Giacomo era un uomo di grande cultura, curiosità, attenzione alla musica, al mare e legatissimo alla sua terra. Tanto legato che ha deciso di rimanere a lavorare qui e aveva un sogno: quello di tutti i siciliani onesti, ossia di estirpare da questa terra il fenomeno mafioso che ha nascosto la natura e la cultura degli onesti al mondo.

Il suo impegno come magistrato è ormai risaputo: è stato tra i primi, negli anni ’70, che la mafia non era più quella pastorale ma dedicata al fenomeno della droga e al riciclaggio. Ha pagato lo scotto di essere stato uno di quei magistrati che ha anticipato questo tipo di accertamenti: questa città, dopo anni di silenzio, ha cominciato a ricordarlo. Questa bellissima opera dà un volto, un sorriso ad un uomo curioso che lavorava per applicare la legge; un altro passo in avanti deve essere compiuto dalla società civile, dalle istituzioni, dai cittadini tutti perché non basta ricordare l’impegno del magistrato, occorre che tutti facciano la loro parte.

La memoria non vuol dire ricordare le gesta e l’impegno, memoria significa avere in mente che ciascuno di noi rispetti la legge in memoria del gesto di Ciaccio e di tutti coloro uccisi dalla mafia».

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