Torna il Presepe Vivente a Palazzo Quidera e diventa “il Presepe dell’Integrazione”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
30 Novembre 2019 12:46
Torna il Presepe Vivente a Palazzo Quidera e diventa “il Presepe dell’Integrazione”

A Castelvetrano si rinnova per il terzo anno consecutivo l’appuntamento natalizio con il Presepe vivente che anche quest’anno animerà la corte barocca del seicentesco  Palazzo Quidera. E’ questa una delle più belle residenze storiche della cittadina trapanese, che fu dimora della nobile famiglia Giglio e poi dei Quidera, facoltosa famiglia di origine spagnola, che con il suo elegante portale tardo-barocco e i balconi sostenuti da artistiche mensole, si affaccia nella centralissima via Garibaldi al civico 40.

In questo affascinante scenario, in una magica atmosfera di altri tempi, saranno ricreati i mestieri tipici di un borgo antico e scene di vita quotidiana, tra figuranti in costume d’epoca, attrezzi originali ormai in disuso ed antichi sapori. Per il visitatore sarà come fare un viaggio nella storia della natività, in quella  che fu la Sicilia del XVII secolo, con il fascino dei suoi mestieri e le scene del tempo, appartenenti a un passato ormai lontano, che risvegliano con intensità le emozioni legate alla magia del Natale e alla nascita di Gesù Bambino.

Un itinerario coinvolgente e spettacolare tra personaggi storici, uomini, donne e bambini si muoveranno nelle varie botteghe artigiane nella corte signorile dell’antica dimora, in un percorso che conduce alla grotta della Natività, posta ai piedi del meraviglioso portale barocco di Palazzo Quidera. Al presepe vivente di Castelvetrano non mancheranno le degustazioni dei sapori di una volta e dei prodotti tipici del territorio. Ma la caratteristica più affascinante del Presepe di Palazzo Quidera risiede nella composizione della “societas” che lavora infaticabilmente per la sua realizzazione: i componenti il Comitato, i figuranti, i volontari della domenica accanto ai migranti che sono arrivati a Castelvetrano nel tempo seguendo il fenomeno migratorio dall’Africa verso l’Europa, con il loro bagaglio di drammi e di progetti; e il presepe che non si può fare lo hanno fatto! Sordi agli ottusi dibattiti sull’opportunità di sostituire il ripieno dei tortellini, estranei alle risse per far scendere Cristo dalle pareti pubbliche, senza combattere misere guerre di religione personali, questi uomini hanno collaborato alla messa in scena della Natività! Ma non si poteva fare! Chi vive un credo diverso deve farsi la guerra! La religiosità dei paesi estranei va vissuta ai margini e osservata con sospetto! Ma i migranti di Castelvetrano non lo sapevano e neppure i fautori del Corteo Storico di Santa Rita, e così hanno fatto ciò che non si può fare: hanno collaborato in amicizia e armonia, hanno realizzato quell’integrazione che si vorrebbe trovare nelle teorizzazioni del trombonesimo sociologico e che invece si realizza semplicemente nella somma delle condotte quotidiane di ciascuno, dando vita al presepe impossibile: il Presepe dell’integrazione.

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