Settore vitivinicolo. Ciminnisi (M5S): “Il Governo regionale condanna gli operatori a una stagione di crisi”

La deputata giudica inaccettabile la scelta politica di escludere il comparto dai fondi del PSR

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
10 Giugno 2025 12:57
Settore vitivinicolo. Ciminnisi (M5S): “Il Governo regionale condanna gli operatori a una stagione di crisi”

 «La risposta del Governo regionale alla mia interrogazione sul mancato sostegno al comparto vitivinicolo è un insulto all’intelligenza e un atto di abbandono politico. Mentre Trapani, Agrigento e Palermo affrontano perdite superiori al 70% dopo la peronospora e la siccità, la Regione sceglie cinicamente di escludere i viticoltori dalla Misura 23 del PSR. Il motivo? "Ci sono già stati troppi aiuti". Una risposta inaccettabile, che nasconde una precisa volontà di sacrificare un settore strategico».

È il commento della deputata trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, alla risposta all’interrogazione 1770, pronunciata oggi in Commissione Attività Produttive dall’Assessore all’Agricoltura Salvatore Barbagallo.

«I numeri parlano chiaro – ricorda Ciminnisi –: 35 milioni di euro stanziati, con 18 agli agrumi, 11 all’olivicoltura, 6 a mandorlo e pistacchio, e zero al vino. Una distribuzione iniqua, che viola lo spirito del regolamento comunitario sugli aiuti straordinari. Davanti a un disastro climatico senza precedenti, il governo Schifani risponde con la logica del “mors tua, vita mea”, condannando centinaia di aziende e lavoratori siciliani».

Nell’interrogazione l’on. Ciminnisi aveva chiesto: la revisione dell’Avviso sulla misura PSR per includere il vino; fondi proporzionali ai danni subiti dai vitivinicoltori, attingendo anche a risorse aggiuntive.

«E non è finita: con la crisi idrica che si aggrava – conclude la deputata trapanese –, si prefigura una nuova stagione drammatica per l’agricoltura trapanese e in particolare per l’area irrigua servita dalla Diga Trinità. Mentre il Governo regionale celebra i bandi per altri settori, i viticoltori vengono lasciati al loro destino. Questa non è incapacità: è una scelta politica deliberata, un tradimento del territorio trapanese e della sua economia più identitaria».

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