Processo d’Appello “Casa degli orrori” di Castellammare del Golfo, sentenza parzialmente riformata

Redazione Prima Pagina Trapani
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22 Luglio 2020 12:55
Processo d’Appello “Casa degli orrori” di Castellammare del Golfo, sentenza parzialmente riformata

Si è tenuto in questi giorni presso la Terza sezione penale della Corte d'Appello di Palermo, il processo  che vede imputati Cerni Matteo, Rizzo Antonietta e Bosco Anna Maria. In  primo grado, il Tribunale di Trapani aveva emesso una sentenza di condanna a 9 anni per Cerni Matteo, 9 anni per Rizzo Maria Antonietta, 7 anni per Bosco Anna Maria e il divieto di prestare attività lavorative con minori e anziani, nonchè la sorveglianza speciale per un anno dopo l’espiazione della pena. Il 20 luglio scorso invece, la Corte d'appello, al termine delle discussioni di tutte le parti, ha ridotto la pena per Rizzo Antonietta ad anni 7 di reclusione, ha revocato la misura di sicurezza della libertà vigilata applicata agli imputati e ha revocato la confisca della comunità alloggio per anziani "Rosanna".

Per il resto la sentenza è stata confermata. Gli imputati sono stati condannati in solido tra loro anche a rifondere alle Parti Civili le spese processuali di grado. Tra le parti civili gli avvocati Mario Sanacore, Dario Mannina, Gaspare Benenati, Manlio Gervasi, Leonardo Palagonia, Giusy Barone, Giuseppe Masaracchia e Gabriella Giacalone. Per il Comune di Castellammare del Golfo e le associazioni “Codici” e “Defensio” gli Avvocati Vincenzo Catanzaro, Vincenzo Maltese e Rosalba Grillo.

Le accuse nei confronti degli imputati erano state confermate in dibattimento in primo grado e il Giudice monocratico del Tribunale di Trapani, Franco Messina, il 17 giugno 2019 aveva condannato gli imputati per maltrattamenti aggravati, sequestro di persona e torture. Per quest’ultimo reato si tratta di una delle prime sentenze in Italia. Le intercettazioni e i video raccolti dagli uomini della Compagnia dei Carabinieri di Alcamo, guidati dal Capitano Giulio Pisani, e dalla stazione di Castellammare del Golfo coordinati dal luogotenente Luigi Gargaro, fecero scoprire i maltrattamenti e le violenze cui erano sottoposti gli anziani della struttura.

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