Grande stagione per coach Mattia Ferrari (ex Legnano e Casale Monferrato) che ha consentito a Rimini, neopromossa, di conquistare la salvezza con largo anticipato, grazie ad un roster che ha tratto sicura linfa dal gruppo di italiani della promozione, puntellato con due stranieri importanti, tra le migliori coppie della lega, cui affidare larga parte delle responsabilità offensive, prova ne sia che soltanto Johnson e Ogbeide hanno viaggiato in doppia cifra di media in regular season. In generale un quintetto solido per la categoria, ben bilanciato tra pericolosità dei lunghi e dal perimetro, con una forte connotazione d’intensità difensiva ed organizzazione tattica. L’obiettivo dei play-off, a questo punto, appare ampiamente alla portata. Ecco i singoli.
Nel perimetro il giocatore più pericoloso è il play/guardia americano, già visto a Cantù al piano di sopra, Jazz Johnson (1996), prodotto di Nevada (sopra il 40% da tre negli ultimi due anni di Ncaa). Esterno con non tanti centimetri ma di grande struttura fisica, che imprime grande energia sul parquet, capace di creare gioco ma anche di mettersi in proprio, soprattutto col suo micidiale tiro dalla distanza. Buon difensore sulla palla. Bene in stagione regolare: 20 p.ti, 5.8 falli subiti, 2.8 rimbalzi e 4.8 assist a match. Discontinuo dalla media (47% da due), mentre brillano le percentuali da fuori (eccellente il 43% da tre, su ben 7 tentativi di media). Assiduo frequentatore della lunetta (84%), per via della capacità di subire fallo. Di contro, tante perse (quasi 3 a match) ma si carica di tante responsabilità (15 conclusioni dal campo di media).
Sul perimetro c’è anche il play-guardia del 1998 Davide Meluzzi (tanti anni a Chieti) che coniuga bene la capacità di giocare uno contro uno con quella di costruttore di gioco, risultando al contempo anche pericoloso dalla distanza, soluzione che usa con prevalenza. Le sue cifre: 7 p.ti, 2.3 falli subiti, 2.3 assist per gara. Le percentuali sono migliorabili, sia da due (48%) sia da tre (30% in stagione su più di 4 tentativi per uscita). Non certo un timido, personalità da vendere.
Gran difensore sulla palla. Altro play-guardia da quintetto il 1996 Andrea Tassinari, uno degli artefici della promozione dello scorso anno e, più in generale, uno che in B sfiorava il “ventello” spesso e volentieri. Talento e capacità di mettere in ritmo i compagni, oltre a spingere la transizione. Per lui in stagione 6 p.ti (42% da due, 32% da tre, soluzione che usa maggiormente) e 2.5 assist di media, in quasi 23’ di parquet. Energia.
Sotto canestro sarà out per un guaio fisico (trauma distrattivo alla spalla destra) il centro nigeriano, con cittadinanza canadese, Derek Ogbeide (1997), ex Paok Salonicco e Konyaspor. Energia, atletismo e dinamismo nel pitturato il suo marchio di fabbrica, assieme alla capacità di essere pericoloso nel pick and roll. Che numeri per lui in stagione: 16.1 p.ti (con un eccellente 59% da due), 4 falli subiti, 8.9 rimbalzi e quasi 1 stoppata di media, a dimostrazione delle sue doti da intimidatore d’area. Non ha raggio da tre. Non sempre sicuro in lunetta (61% stagionale). Spesso in “doppia doppia”, sarà un’assenza pesante.
In quintetto anche l’ala del 1989 Stefano Masciadri, “quattro” di carisma ed esperienza (Casale, Omegna, Ravenna, Imola, Bergamo).Lungo solido ed atipico, che apre il campo con il suo proverbiale tiro dalla distanza. Mani di seta, certificate dalle percentuali dal campo (57% da due, un eccellente 45% da tre, arma che usa con prevalenza). Per il resto 8.4 p.ti e 5.3 rimbalzi a referto. Non ama attaccare il ferro e la casella dei falli subiti è spesso vuota. Perimetrale.
Poi c’è il lungo atipico (tatticamente più un’ala che un centro) Aristide Landi (1994), ex Virtus Roma, Forlì e Torino, a cui il talento e la mano educata non mancano di certo, in particolar modo da tre, specialità che usa con prevalenza (26% su oltre 4 conclusioni a match). Sulla dolcezza dei polpastrelli non vi sono davvero dubbi (nonostante sia stata una stagione con percentuali insolite per lui), così come sulla sua capacità di “aprire” il campo. Può essere decisivo nei finali in volata. Poco incline alla lotta ed al traffico. Per lui 7.7 p.ti (un migliorabile 40% da due), 2.2 falli subiti, 3.7 rimbalzi ad incontro. Dalla lunetta è una sentenza (90% stagionale).
Deludente il campionato dell’ala del 2001 Ursulo D’Almeida, ex Treviglio, con tutto il suo disarmante atletismo (ed i voli) in campo aperto. Di contro senso tattico da migliorare, così come la “gestione” della gara. Da lui ci si aspettava forse un’esplosione più rapida ma ha tanto margine davanti. Rimbalzi e transizione garantiti, gli si chiede un miglioramento nel gioco a metà campo. Non usa il tiro da tre e fatica dalla lunetta (58% finora). Per il resto, 2.2 p.ti (41% da due) e 2.5 rimbalzi a match, in soli 10’ di utilizzo medio. Può essere dura accoppiarsi con lui quando gioca da lungo atipico, per via della sua grande rapidità. Chiamato ora a dare di più, in assenza del lungo titolare.
Oltre 20’ poi per l’ala, di origini nigeriane, Simon Anumba (1996), con ottime annate in B con Faenza e Cesena. Fisicità dirompente, ciò lo porta a volare sopra il ferro con buone percentuali da due (52%) mentre deve migliorare dalla distanza (31% da tre), soluzione che lo può rendere un lungo atipico di gran livello. Per il resto 6.4 p.ti e 3.8 rimbalzi di media, e qualche guaio ai liberi (56% stagionale). In difesa può cambiare su tutti, grazie alla rapidità di piedi, mentre in attacco può aprire il campo giocando da 4, data la sua velocità di base.
Quinta stagione consecutiva con la maglia di Rimini per l’ala del 1993 Francesco Bedetti che sarà probabilmente out per via di un problema muscolare alla spalla destra patito durante la scorsa gara contro Latina. Per lui 3.4 p.ti (55% da due, 30% da tre) e 2.4 rimbalzi in regular season, in 17’ di campo. Grinta al servizio della causa.
Dalle rotazioni 13’ anche per l’esterno del 2004 Alessandro Scarponi (2.8 p.ti, col 57% da due ed il 23% da tre).