Processo per la violenza sessuale di gruppo a Tre Fontane: richieste le pene

I quattro giovani imputati hanno richiesto il rito abbreviato in merito alla vicenda avvenuta nel febbraio 2021

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
01 Marzo 2022 09:08
Processo per la violenza sessuale di gruppo a Tre Fontane: richieste le pene

Entra nel vivo il processo che vede imputati davanti al gup del Tribunale di Marsala Annalisa Amato quattro giovani arrestati a fine aprile 2021 dai carabinieri di Campobello di Mazara per violenza sessuale di gruppo su una ragazza appena maggiorenne. Per i quattro giovani che hanno chiesto il rito abbreviato queste le pene invocate dal pm Marina Filingeri: sei anni e quattro mesi di carcere ciascuno per i cugini Francesco ed Eros Biondo, di 24 e 23 anni, entrambi in carcere. Cinque anni e quattro mesi, invece, sono stati chiesti per Giuseppe Titone, di 20 anni, e tre anni e sei mesi e venti giorni per il 21enne Dario Caltagirone, entrambi sono posti agli arresti domiciliari. Un minorenne, infine, è stato indagato a piede libero e per lui procede il Tribunale dei Minorenni di Palermo.

La vicenda è stata narrata attraverso una nota stampa del Comando Provinciale Carabinieri lo scorso 29 aprile: 

Tutto è cominciato l’8 febbraio (2021) la giovane, una studentessa di appena 18 anni, ha deciso di rompere il silenzio rivolgendosi ai Carabinieri rappresentando che pochi giorni prima era stata invitata ad una festa all’interno di un’abitazione estiva in località Tre Fontane del Comune di Campobello di Mazara. La stessa, rassicurata dalla presenza di due suoi “amici di vecchia data” (oggi agli arresti domiciliari) e ingannata dagli altri due (attualmente in carcere) poiché convinta che ci sarebbero state altre ragazze, ha accettato di partecipare a quella che sarebbe dovuta essere una semplice “mangiata” tra amici. Dopo alcuni momenti trascorsi tra musica e alcol la giovane consumava un rapporto sessuale consenziente con uno dei ragazzi all’interno di una stanza posta al piano superiore dell’abitazione.

Tuttavia, pochissimi istanti dopo l’inizio del rapporto, il giovane non esitava ad invitare gli altri amici; sebbene il ripetuto diniego della giovane, i ragazzi agendo secondo la “logica del branco” profittavano della sua inferiorità fisica e psichica che le impediva di resistere. Neppure le urla di aiuto facevano desistere i presunti autori dall’odioso crimine tanto da provocare sul corpo della ragazza lividi e contusioni dovuti ai suoi vani tentativi di sottrarsi alle violenze che proseguivano tra le risate compiaciute di tutti i presenti.

Quella stessa sera avevano inizio le incessanti attività dei militari dell’Arma coordinati dalla Procura di Marsala che, attraverso l’attivazione di intercettazioni telefoniche e ambientali, la raccolta di sommarie informazioni a caldo delle persone variamente coinvolte nella vicenda e il sequestro degli smartphone degli odierni indagati, hanno permesso di raccogliere molteplici elementi di prova funzionali alla formulazione di un quadro indiziario nei confronti dei quattro giovani arrestati".

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