Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle numerose false identità che Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato durante la sua lunga latitanza.
La Procura di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, ha identificato ben 15 alias potenzialmente usati dal capomafia, chiedendo agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a questi pazienti.
Le indagini nell’ambito dell'inchiesta sulle protezioni di cui il boss ha goduto durante la latitanza, hanno portato oggi a perquisizioni nei due ospedali e nello studio privato del medico oculista Antonino Pioppo, 69 anni, primario prima a Villa Sofia e ora al Civico, indagato per favoreggiamento aggravato.
L’inchiesta ha preso avvio dopo il ritrovamento, nel covo di Messina Denaro a Campobello di Mazara, di due ricette mediche risalenti al periodo 2016-2020. Una delle ricette era intestata ad Andrea Bonafede, alias usato a lungo dal boss, l’altra riportava un diverso nome. Gli investigatori stanno cercando di accertare se il medico fosse consapevole della vera identità del paziente visitato e se Messina Denaro sia stato operato agli occhi in uno dei due ospedali.
Secondo le informazioni raccolte, il boss soffriva di una grave forma di strabismo e in passato si sarebbe fatto visitare anche in Spagna per la stessa patologia. La rete di connivenze che ha permesso al capomafia di usufruire di cure sanitarie è ora al centro dell’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
Oltre ai sospetti sul ruolo del dottor Pioppo, gli inquirenti stanno analizzando il coinvolgimento di altri operatori sanitari, cercando di far luce su una rete di complicità che potrebbe aver garantito assistenza e anonimato al boss per decenni.
L’operazione rappresenta un passo importante nella ricostruzione delle coperture che hanno reso possibile la lunga latitanza di Messina Denaro, confermando il ruolo cruciale di settori insospettabili nel sostenere uno dei criminali più ricercati al mondo.