Ennesimo durissimo scontro tra l'ex consigliere di maggioranza Giuseppe Lipari ed il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida. «Non si può tacere davanti a tanta spregiudicatezza del sindaco di Trapani, che da un lato da mandato di impedire politicamente ogni approfondimento sulle indagini della procura di Trapani dello scorso mese di luglio riguardanti la gestione del servizio idrico comunale (che fa acqua da tutte le parti) e dall’altro, come se avesse “il carbone bagnato”, si preoccupa di disporre fantomatici accertamenti su quanto compiuto dall’ex Direttore Generale ed Amministratore Unico di ATM, oggi accusato di associazione». A dirlo è il consigliere comunale Giuseppe Lipari che commenta così le dichiarazioni del sindaco di Trapani in merito all’operazione Ruina che vede coinvolto, tra gli altri, l’ex Direttore Generale ed Amministratore di ATM, accusato di associazione mafiosa.
«Ogni approfondimento –continua il consigliere– a vantaggio della legalità e della trasparenza è sicuramente ben gradito anche se dalle prime indiscrezioni l’indagine su Barone escluderebbe qualunque coinvolgimento di qualsiasi tipo dell’ATM. Tuttavia fa riflettere come lo stesso Tranchida sia stato insensibile rispetto alle indagini della Procura di Trapani che hanno coinvolto lo scorso mese di luglio ben 7 dipendenti comunali del servizio idrico accusati di non effettuare gli adeguati controlli sui privati che prelevano acqua dai pozzi comunali.
Acqua che poi paghiamo quando le nostre cisterne restano a secco. Che si tratti di un’Amministrazione dall’Antimafia e della Legalità a giorni alterni, o peggio a convenienza?! Chissà se gli stessi consiglieri che io ho definito “omertosi” per non voler fare chiarezza sulla “vicenda del servizio idrico” si mostrino ora paladini della legalità e della trasparenza». Le parole del consigliere hanno scatenato la pesante reazione del sindaco di Trapani, che ha risposto in maniera piccata al suo ex giovane di riferimento.
«L’ennesima e vergognosa insinuazione del consigliere Lipari circa azioni che questa AC avrebbe posto in essere per impedirgli di svolgere il proprio mandato, anche ispettivo, peraltro su una vicenda giudiziaria in fieri, ma maturatasi temporalmente in periodi antecedenti all’insediamento di questa AC (presunta responsabilità di personale comunale in servizio nella gestione dell’approvvigionamento idrico di privati e non dal serbatoio di via Clemente) la dice tutta sul maldestro e squallido tentativo del soggetto di coinvolgere in responsabilità politica questa Amministrazione.
Bene ho fatto a metterlo alla porta - non girevole anche per il futuro - della maggioranza politica che mi sostiene. Aggiungo - continua Tranchida - che di certo lezione di legalità non le prendo dal soggetto in questione, altresì, che è comunque mio dovere di sindaco - venuto a conoscenza dalla stampa di una operazione antimafia che interessa anche un ex alto dirigente di una partecipata del comune - avviare debiti approfondimenti ricognitivi, tanto al netto della presunzione costituzionale d’innocenza». Parole dure da parte di entrambi che mettono la definitiva parola "fine" alle voci recentemente circolate di un riavvicinamento politico tra i due.