Henry Ford disse che mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme un progresso e lavorare insieme è un successo. Non è un caso che quando le associazioni cittadine collaborano nasce qualcosa di bello, come “Le Vie dei Tesori”. Il festival, organizzato dall’associazione “Agorà”, ha visto la partecipazione di tanti gruppi cittadini con il solo obiettivo di rendere il trapanese partecipe della bellezza della propria città. Tante, come già è stato scritto, sono le novità dell’evento e una di queste sarà l’apertura e la possibilità di visitare il Palazzo D’Alì.
E sarà possibile rivivere l’atmosfera storica di quel palazzo, edificato nel 1904, grazie all’associazione “Amici del Museo Pepoli”. Nata nel 2007, l’associazione ha lo scopo prioritario di promuovere la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico ed artistico del museo e conta più di cento iscritti. «Lo scopo principale della nostra associazione – ha dichiarato la presidente Lina Novara – è far conoscere la tradizione e la cultura trapanese in generale, motivo per cui abbiamo iniziato a collaborare fin dalla prima edizione con “Le Vie dei Tesori”».
Mostre, conferenze, visite guidate: sono tanti i progetti che l’associazione porta avanti. Nel festival, invece, “Amici del Museo Pepoli” crea degli eventi teatralizzati. L’anno scorso fu creata una visita teatralizzata, sempre all’interno del Palazzo D’Alì, ma esclusivamente per i bambini. Quest’anno, invece, la decisione di organizzare un evento per gli adulti. «Non era possibile organizzare un evento teatralizzato per i bambini – ha detto la professoressa Novara – ma la nostra associazione non si è fermata e, anzi, ha deciso di organizzare una visita per gli adulti, da cui ci aspettiamo grande interesse perché è sempre bello scoprire cose nuove del nostro territorio».
A fare da Cicerone, quest’anno, ci sarà donna Clotilde, una degli undici figli di Giuseppe D’Alì – che fece edificare il palazzo storico – . «La rievocazione storica di questa figura – racconta la presidente dell’associazione – è importante proprio per ricordare una delle famiglie più ricche e importanti della nostra provincia, politicamente ed economicamente». I D’Alì, infatti, erano molto vicini ai Florio e non bisogna dimenticare che Trapani diventò una città importante anche grazie a loro.
La parola, quindi, sarà data a donna Clotilde che, insieme a due sorelle e all’unico fratello non sposato, racconterà la storia del palazzo, della famiglia e di Trapani. Per far ricordare ciò che Trapani fu ma, anche, ciò che Trapani può continuare ad essere grazie alle sue bellezze. Chiara Conticello