È tornato in libertà Mario Pizzurro, l’ex necroforo del cimitero di Trapani finito al centro di una delicata indagine su un presunto sistema di corruzione legato all’assegnazione dei loculi. Il Tribunale del Riesame ha infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare che lo aveva confinato ai domiciliari dallo scorso 14 aprile, data del suo arresto insieme a un collaboratore di fiducia.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dalla procura di Trapani, l’ipotesi di un meccanismo illecito mascherato da cortesia: “bastava offrire un caffè al necroforo”, una frase all’apparenza innocua che – secondo gli inquirenti – celava invece versamenti in denaro per ottenere sepolture in tempi rapidi, bypassando le lunghe liste d’attesa.
Ma il quadro accusatorio ha iniziato a vacillare. “Il provvedimento del Riesame ha confermato quanto da noi sostenuto sin dall’inizio: nessuna prova concreta lega il mio assistito a episodi di corruzione o alla percezione di somme illecite”, ha dichiarato l’avvocato Fabio Sammartano. “Non esiste alcun elemento che dimostri un uso improprio della sua funzione pubblica.”
L’avvocato ha inoltre sottolineato come, a questo punto, “l’amministrazione comunale dovrà provvedere senza esitazioni alla revoca della sospensione dal servizio”, aggiungendo che, insieme al suo assistito, valuterà eventuali azioni legali contro chi avrebbe dato il via all’indagine “con dichiarazioni infondate e lesive, mosso da interessi imprenditoriali”.
Nel frattempo, il Tribunale ha già disposto l’annullamento delle misure interdittive nei confronti dei titolari di tre agenzie funebri coinvolte nello stesso filone investigativo. Resta invece ai domiciliari Emanuele Renato Grimaudo, ex collaboratore di Pizzurro.
