Dopo più di 30 anni, torna a suonare l’antico organo del Real Duomo di Erice

Il restauro è stato reso possibile grazie ai fondi dell'8xmille e ai contributi dei fedeli.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
23 Giugno 2021 16:48
Dopo più di 30 anni, torna a suonare l’antico organo del Real Duomo di Erice

Venerdì prossimo 25 giugno, nell’anniversario della morte dei Federico III d’Aragona fondatore del Real Duomo, il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli presiederà la Santa Messa in Requiem nel corso della quale tornerà a suonare il restaurato organo della Chiesa Madre di Erice.

La celebrazione avrà inizio alle ore 19 con ingresso fino al massimo dei posti consentiti per l’emergenza sanitaria da Covid19.

All’organo si alterneranno i maestri Elide D’Atri e Leo Nicotra e la celebrazione - con canti in latino, greco ed ebraico - sarà animata dal Coro del Real Duomo diretto dal maestro Gaetano Stellino e accompagnato dal maestro Maurizio Ruisi.

L’organo del Real Duomo di Erice costruito nel 1895 dalla ditta Mola di Torino e rispecchia le caratteristiche del periodo. L’intervento di restauro è stato possibile grazie ai fondi dell’ 8Xmille alla Chiesa Cattolica e alla generosità dei fedeli.

«Era desiderio di tutti che l’Organo ritornasse alla sua potenzialità e in piena efficienza. L’organo è lo strumento liturgico per eccellenza: nasce per sostenere il canto della comunità che celebra o per elevare, con la sua musica, il cuore dell’assemblea verso Dio. Per questo motivo, mentre tutti si sarebbero aspettati un concerto, l’inaugurazione dell’organo restaurato avviene con una celebrazione eucaristica. È un organo liturgico frutto del rinnovamento ‘ceciliano’ di fine Ottocento che si proponeva di restaurare la musica e il canto sacro, il cui maggiore fautore in Italia era il M° Lorenzo Perosi.

Tale rinnovamento avrebbe portato al Motu Proprio di Pio X sulla musica sacra ‘Tra le sollecitudini’. Si trattava di liberare la musica e il canto della Liturgia da tutte quelle incrostazioni che, lungo i secoli, con virtuosismi ed esibizionismi di stampo profano, ne avevano occultato la nobiltà e la sacralità. L’organo, pur in precarie condizioni, ha continuato a suonare fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso – spiega il parroco della Chiesa Madre di Erice mons. Pietro Messana.- La prima fase del restauro fu promossa nel 1993 da Padre Vincenzo Bruccoleri ed eseguita poi, per interessamento dell’arciprete mons.

Raspanti, con un finanziamento pubblico. I lavori furono affidati alla ditta Bovelacci di Ragusa. Nei primi anni di questo secolo, dovendosi rimontare lo strumento, ci si accorse che gli ambienti che lo ospitavano avevano bisogno di risanamento e che le parti dello strumento rimaste in loco si erano ammalorate. Non si poteva dunque procedere a riassemblarlo, se prima non si fossero risanate le murature.

Tra il 2012 e il 2013 l’intero edificio della Matrice è stato oggetto di intervento di restauro. Nel frattempo l’organo giaceva da diversi anni immagazzinato dopo il primo intervento parziale di restauro mai completato. Nel 2015 si è avviata la seconda fase del restauro dell’organo, con un progetto di restauro della ditta organaria Pinchi di Trevi (Perugia). Nel 2019 si è fruito di un finanziamento della CEI a valere sui fondi dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica che ha coperto la metà della somma occorrente. La restante parte è stata a carico della parrocchia, cioè della generosità dei turisti e fedeli. I lavori hanno subito un arresto a causa della pandemia da Covid-19, e finalmente sono stati portati a termine nello scorso maggio.

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