Displasia congenita dell'anca, ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

Nuovo approfondimento medico a cura del dottor Danilo Di Via

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
29 Gennaio 2023 18:01
Displasia congenita dell'anca, ne parliamo con il dottor Danilo Di Via

La displasia congenita dell'anca (DCA) è una malformazione dovuta allo sviluppo anomalo dell'articolazione coxo-femorale che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare. La sua incidenza varia dallo 0,9 al 2,8% nella razza caucasica, con un rapporto femmine/maschi di quasi 6 a 1. In Italia nella pianura Padana ed in Puglia si registrano i maggiori tassi di incidenza, mentre in Sicilia e Sardegna la malformazione è poco presente.

La DCA consiste nell’errato sviluppo della congruenza articolare tra la testa del femore e la cavità deputata ad accoglierla, cioè l’acetabolo, portando ad una deformità, che nei neonati non trattati potrebbe portare ad una graduale lussazione della testa del femore, che tenderà ad uscire dall’acetabolo. In base al grado di severità si potranno avere presentazioni lievi, in cui l’anca all’esame medico risulta mobile all’interno dell’articolazione ma non potrà uscire fuori, quindi si sub-lussa; presentazioni di grado moderato, invece, la testa del femore potrà facilmente essere spinta fuori la cavità nativa, quindi l’anca sarà lussabile. Nei casi conclamati di DCA invece la testa del femore è completamente fuori (lussata) la tasca acetabolare.

La DCA si pensa sia causata dall’interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali. Può essere presente in entrambi i lati, ma di solito colpisce l’arto sinistro; maggiore rischio è presente nei neonati di sesso femminile, primo geniti, presentazione podalica alla nascita, nati prematuri e macrosomia (grandi dimensioni del bambino). Inoltre un ruolo importante è svolto dalla familiarità, per cui se vi sono casi in una famiglia la percentuale di rischio aumenta.

I sintomi dipenderanno dal grado di displasia, potranno essere assenti nei primi mesi di vite e rendersi manifesti all’inizio della deambulazione, segnali che devono far pensare possono essere:

  • Diversa lunghezza degli arti.
  • Arto meno mobile e flessibile rispetto al controlaterale
  • Irregolarità delle pieghe cutanee delle cosce.
  • Zoppìa, camminata sulle punte, o andatura ondeggiante.

La diagnosi si basa su un accurato esame medico, in cui verranno eseguiti dei test specifici, come quello di Ortolani, che mostra la possibilità di rimettere al corretto posto l’articolazione in caso di sua lussazione e quella opposta, di Barlow provoca la sua lussazione. Fondamentale risulterà eseguire un’ecografia entro i primi 3 mesi di vita, questo esame oltre ad essere consigliato come screening ha un’alta sensibilità e può essere dirimente sei casi dubbi. Nei neonati oltre i 5 mesi potrà essere eseguita anche una radiografia, che potrà dare ulteriori informazioni più dettagliate essendo presenti i primi centri di ossificazione.

Il trattamento varia secondo l’età e la gravità della condizione. Nella maggior parte dei casi, la DCA si risolve con l’utilizzo di appositi tutori che tengono immobilizzate le anche del bambino in una posizione corretta, favorendo il normale sviluppo dell’articolazione. Esistono vari tipi di tutore, in base all'età e alla gravità della malformazione.

I tutori sono generalmente ben tollerati dai neonati, che solitamente li devono indossare per tutta la giornata, anche di notte e toglierli solo per essere cambiati o puliti. Una diagnosi precoce è fondamentale per una più rapida e corretta guarigione. 

Se invece la displasia congenita dell’anca viene riconosciuta tardivamente oltre i 6 mesi di vita, oppure è presente una vera e propria lussazione, il trattamento sarà più impegnativo e consisterà nell’applicazione di gessi correttivi pelvi-podalici, generalmente cambiati mensilmente per 3-4 mesi, seguiti dall’applicazione di un tutore fino alla guarigione.Nei casi in cui il tutore debba essere indossato per diversi mesi, si potrebbe avere un ritardo della deambulazione, ma questo non comporterà nessuna limitazione fisica durante la crescita.

Nei pochi casi in cui la DCA sia particolarmente grave, si dovrà ricorrere alla chirurgia mini invasiva e posizionamento dei gessi fino al raggiungimento della stabilità articolare. In rari casi la deformità venga diagnosticata molto in ritardo, saranno necessari importanti interventi di chirurgia per poter ripristinare la corretta anatomia articolare; senza questi interventi non sarà possibile camminare in modo normale è l’unico trattamento in età adulta sarà quello della chirurgia protesica.

Dott. Danilo Di Via

Medico presso:

PO Gaetano Pini Milano

Clinica Ortopedia e Traumatologia Catania

Direttore: Prof. Vito Pavone

Associato: Prof. Gianluca Testa

Resident chief: Marco Sapienza

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