Deposito nazionale di rifiuti radioattivi, Trapani tra le aree più idonee

Redazione Prima Pagina Trapani
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05 Gennaio 2021 12:56
Deposito nazionale di rifiuti radioattivi, Trapani tra le aree più idonee

Abbiamo dovuto aspettare sei anni per l’elenco delle aree idonee per il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e oggi è arrivata la conferma: tra le 67 possibili zone in Italia, c’è anche Trapani. Un deposito – che dovrà essere avviato entro il 2025 – con parco tecnologico, su un’area di 150 ettari e per una spesa prevista di 900 milioni di euro. Sono sette le regioni– Sardegna, Basilicata, Puglia, Toscana, Lazio, Piemonte e Sicilia – scelte dalla Sogin (Società di Stato Incaricata del decommissioning degli impianti nucleari) con il via libera del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero dell’Ambiente.

Sono due, invece, i territori all’interno della provincia di Trapani che appartengono al comune di Trapani e a quello di Calatafimi-Segesta. «Le aree interessate dalla Cnapi – si legge in una nota – sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall'Isin (Ispettorato per la sicurezza nazionale e la radioprotezione), che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell'uomo e dell'ambiente.

Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse». Il deposito dei rifiuti radioattivi permetterà di conservare i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività provenienti dal mondo civile, industriale, della ricerca o medico ospedaliero come le sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica o per le terapie anti tumorali. Un progetto rimasto fermo per anni e che non ci ha permesso di essere al passo degli altri paesi europei in cui sono già stati realizzati dei depositi nazionali.

Adesso non ci resta che aspettare. Nei prossimi sessanta giorni, infatti, sarà avviata la consultazione pubblica con Regioni ed enti locali che faranno le proprie osservazioni a Sogin. Servirà, inoltre, il consenso della comunità per proseguire e, trovato l’accordo, saranno necessari almeno quattro anni per la costruzione del deposito e del parco.

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