Carcere di Trapani, trasferiti 14 dei 17 rivoltosi. Nota della UILPA

Veneziano: "non è la soluzione del problema ma l'unica arma che abbiamo per disinnescare le bombe penitenziarie attuali"

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
14 Ottobre 2023 08:43
Carcere di Trapani, trasferiti 14 dei 17 rivoltosi. Nota della UILPA

Il trasferimento dei 14 rivoltosi non è la soluzione del problema dei detenuti facinorosi, ma è l'unica arma che abbiamo per disinnescare le bombe penitenziarie attuali”. Questa la dichiarazione del Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria Sicilia Gioacchino Veneziano dopo la violenta rivolta che ha visto la distruzione di un intero piano detentivo del carcere Pietro Cerulli di Trapani. “Da quasi 24 ore – dichiara Gioacchino Veneziano - tutto il personale di Polizia Penitenziaria richiamato in servizio sta operando con grande professionalità per predisporre il trasferimento (tramite i Nuclei Operativi Traduzioni) dei rivoltosi in altre carceri, evidenziando che il direttore Fabio Prestopino non ha mai lasciato da solo il personale, guidandolo in tutte le fasi, anche quelle le più delicate e pericolose, esponendosi in prima persona con i rivoltosi.

La Polizia Penitenziaria è stanca di subire le violenze dei detenuti, anche perché siamo ad un punto di non ritorno e ribadiamo – insiste Veneziano della Uil regionale Sicilia -che il solo trasferimento dei rivoltosi non risolve il problema perché lo sposta inevitabilmente in altre carceri, per questo che chiediamo la predisposizione di sezioni speciali per quei detenuti che rigettano l'art. 27 della costituzione non volendo partecipare all'opera di recupero e reinserimento. Siamo certi conclude il Sindacalista - che il Sottosegretario Andrea Delmastro, il Capo del Dipartimento Giovanni Russo e i vertici del DAP predisporranno atti per dare la giusta gratificazione alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria che gestiscono questi eventi critici con grande professionalità, non guardando né l'orologio e neppure l'incolumità fisica, respingendo addirittura le provocazioni psicologiche dei detenuti, sicuramente forti dal fatto che hanno capito che attualmente la Polizia Penitenziaria non è attrezzata per contrastare la violenza dilagante nelle carceri”

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