Secondo le accuse, avrebbe tenuto “comportamenti espliciti finalizzati a ottenere prestazioni sessuali da personale femminile della struttura” forte del suo ruolo gerarchico, mentre era primario di un reparto dell'ospedale di Paternò.
Un medico di 63 anni, adesso titolare di un altro incarico pubblico nel sistema sanitario a Catania, è indagato per violenza sessuale aggravata dal rapporto di subordinazione.
In “ragione della gravità dei fatti contestati e della molteplicità delle vittime”, la Procura aveva chiesto l’emissione di un ordine di custodia cautelare in carcere. Il Gip ha invece disposto, per uno solo dei diversi episodi contestati (ai danni di una collega, medico chirurgo), la misura interdittiva della sospensione dalle funzioni pubbliche per dodici mesi in aziende ospedaliere, aziende sanitarie e, più in generale, in strutture sanitarie pubbliche o a partecipazione pubblica.
Il provvedimento restrittivo è stato eseguito dalla Squadra mobile e dalla sezione di Polizia giudiziaria della Polizia di Catania, che hanno condotto complesse e lunghe indagini.
Secondo l'accusa, nel periodo compreso tra il 2020 e il 2024, il medico avrebbe tenuto in ospedale “espliciti comportamenti, finalizzati ad ottenere prestazioni sessuali da personale femminile operante nella struttura”. L'indagato avrebbe agito sulla base di “abuso di autorità e anche nel timore” da parte delle vittime di “subire pregiudizi nella sfera professionale”.
I fatti sarebbero avvenuti in ospedale, durante i turni di servizio, e sarebbero stati immortalati da un impianto di videoripresa.
Tra le diverse ipotesi contestate dalla Procura sulla base di videoriprese, intercettazioni e dichiarazioni, il Gip ha ravvisato, però, gravi indizi di colpevolezza per un solo caso di violenza sessuale, ai danni di una collega medico chirurgo, per diversi episodi che si sarebbero verificati da dicembre 2018 fino a settembre 2024.
“L'indagato, nell'esercizio delle sue funzioni, approfittando dello stato di soggezione della vittima - come conseguenza della condizione subordinata della donna - l'avrebbe indotta a subire atti sessuali”, spiega la Procura di Catania. Anche in occasione delle visite ai pazienti svolte in ospedale insieme alla vittima, il sessantatreenne avrebbe palpeggiato la collega con gesti fulminei, rivolgendole contestualmente avances di tipo sessuale.