Tunisia, il conservatore Saied è il nuovo Presidente, sconfitto il magnate Karoui in carcere fino a 4 giorni fa

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
13 Ottobre 2019 22:43
Tunisia, il conservatore Saied è il nuovo Presidente, sconfitto il magnate Karoui in carcere fino a 4 giorni fa

Il giurista conservatore indipendente, Kaies Saied, si appresta a divenire il nuovo presidente della Repubblica della Tunisia, il secondo eletto a suffragio universale dopo Beji Caid Essebsi, deceduto lo scorso 25 luglio. Saied ha battuto il magnate tv Nabil Karoui, con un netto margine di vantaggio, totalizzando il 72,53% delle preferenze contro il 27,47% di Karoui, secondo gli exit poll della società Emrhod Consulting. Sono stati circa sette i milioni di tunisini chiamati al voto, la terza volta in un mese, per il ballottaggio presidenziale.

Non hanno così giovato al tycoon Nabil Karoui le accuse di riciclaggio e evasione fiscale che lo hanno costretto al carcere per 7 settimane fino alla sua liberazione, avvenuta solo 4 giorni prima della data del ballottaggio, impedendogli di fatto di svolgere una campagna elettorale ad armi pari. Non sono bastate a Karoui la sua vicinanza alle popolazioni povere del sud del Paese con l'associazione caritativa “Khalil Tounes”, intitolata al figlio morto in un incidente stradale, le sue doti di comunicatore, la sua esperienza di uomo d'affari e la promessa di “sradicare la povertà”con un piano eccezionale in tre anni.

Al suo antagonista rimane il buon risultato ottenuto alle legislative dal suo Qalb Tounes, che come seconda forza politica del Paese lo pone come principale partito di opposizione. Ha pagato, dunque, la linea di una dichiarata integrità morale e dell'indipendenza del 61enne Saied (in foto di copertina),  professore di Diritto costituzionale, che ha fatto della lotta alla corruzione e della volontà di rivalutare il ruolo sociale dello Stato il fulcro della sua campagna elettorale. Lo schieramento a sostegno di Saied era imponente: il partito islamico Ennhadha, gli islamisti di Al Karama, Ettayar, il Movimento del Popolo, 51 liste in tutto a suo favore, e pure il premier Youssef Chahed si è schierato contro Karoui, dicendo ai suoi di votare “contro la corruzione”.

Saied è riuscito ad imporsi agli elettori tunisini (specie giovani) come paladino dell'anti-sistema. Soprannominato «Robocop» per il suo modo forbito di parlare in arabo senza alcuna inflessione, conservatore, contrario all'abolizione della pena di morte, alla depenalizzazione dell'omosessualità e al progetto di legge sulla parità uomo-donna in tema ereditario, si dichiara musulmano ma “non islamista”. Il programma di Saied punta al risanamento delle istituzioni statali e al decentramento amministrativo basato sulla democrazia diretta con un occhio di riguardo alla sanità e all'educazione.

Nel suo programma anche una nuova visione in materia di governance e sviluppo, il rafforzamento dei diritti delle donne, la lotta alla corruzione e al terrorismo. Ai timorosi di chiusure verso l'esterno Saied ha risposto affermando che la “Tunisia rimarrà aperta e nessuno sarà escluso”. Per la Tunisia, un Paese  con grandi problemi economici e sociali, comincia oggi una nuova era. La prima prova per Saied sarà l'affidamento dell'incarico al nuovo premier che dovrà faticare non poco a mettere insieme il mosaico diversificato di forze politiche che compone il parlamento fuoriuscito dalle ultime legislative per raggiungere una maggioranza stabile che consenta di portare avanti le riforme di cui il Paese ha bisogno.

 

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