“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del “Passo Latri”

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
27 Settembre 2020 01:13
“Trapani Urbs Invictissima”: alla scoperta del “Passo Latri”

Nonostante appartenga alla Trapani moderna, il Borgo Annunziata è ricco di tradizione, curiosità e antiche memorie. Il modo di dire «Qui, una volta, era tutta campagna» non può che rappresentare questa zona, famosa soprattutto per il santuario che ospita la Madonna di Trapani. Un’altra caratteristica del quartiere, però, può essere senza dubbio il cosiddetto “passo latri”, che si trova nell’incrocio tra via Marconi e via Tenente Alberti. Negli anni sono state tante le teorie dei trapanesi sul perché questa zona venga chiamata così ed un motivo ben preciso non c’è, portando ad una divisione soprattutto degli anziani della zona.

Come già detto, il “passo latri” era aperta campagna e proprio a questo si associa, secondo alcuni, il nome. Nei primi del Novecento, infatti, in quella zona si appostavano i banditi che rapinavano tutti quelli che attraversavano in quella via. Secondo altri, invece, la denominazione è motivata dal fatto che dei ladri aspettavano i contadini che scendevano in città e, una volta vicini, li fermavano e li costringevano a pagare o a lasciare parte della merce che dovevano vendere al mercato.

La situazione si ripeteva frequentemente perché chi arrivava dalla campagna era obbligato a fare quella strada e non poteva, quindi, evitare l’incontro con i ladri. Ed ancora, per altri la via viene definita “passo latri” perché vi passavano i ladri ammanettati provenienti dalla caserma dei carabinieri in via Tenente Alberti. Per altri, la denominazione arriva dall’imposizione da parte dei sensali (in questo caso sarebbero loro i ladri) nei confronti dei contadini, obbligati a vendere loro i prodotti della campagna ad un prezzo deciso da loro.

Sono tante, quindi, le teorie che vengono portate avanti dagli abitanti della zona che, seppur divisi dalla motivazione sulla denominazione della via, sono d’accordo sull’idea che il “passo latri” era piena di commercianti e di tanti negozi. Alcuni ancora esistenti, seppur con i passaggi generazionali, come la Farmacia, un piccolo negozio di fiori e il bar. Altri, invece, chiusi ma ancora esistenti nel cuore di tanti: “Titta u Pisciario”, la “putia” alimentare di quello che veniva chiamato amorevolmente da tutti “Zu Turiddu”, il calzolaio, il sellaio Pagano e le macellerie Barbara e Saluto.

A rimanere impressi nella mente degli abitanti, inoltre, è l’Istituto delle suore – in cui sono passati tanti bambini trapanesi – e i due magazzini dove si pesavano i sacchi di frumento che, poi, venivano portati nei mulini. Diventata quasi una zona centrale, percorsa quotidianamente da migliaia di veicoli, ad oggi di quello che era il “passo latri” rimane solo il ricordo dei trapanesi. E rimangono tante teorie che non fanno capire realmente perché quella via venga denominata così. Ma fanno comprendere, senza dubbio, quanto importante sia quella zona per la storia della città.

E sarebbe bello vederla, un giorno, denominata ufficialmente “passo dei latri” anche se, al contrario, vi viveva e vi lavorava gente onesta e umile. - Chiara Conticello

Ti piacciono i nostri articoli?

Non perderti le notizie più importanti. Ricevi una mail alle 19.00 con tutte le notizie del giorno iscrivendoti alla nostra rassegna via email.

In evidenza