Trapani, studenti in piazza per dire no ai rifiuti radioattivi

In centinaia hanno protestato contro l'inserimento di Fulgatore e Calatafimi nell'elenco dei siti idonei per il deposito

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
02 Maggio 2024 16:59
Trapani, studenti in piazza per dire no ai rifiuti radioattivi

Un no senza se e senza ma. Un no unanime, da tutti gli schieramenti politici. È quello che arriva da Trapani all’idea di realizzare un deposito nazionale di rifiuti radioattivi nel Trapanese, a Fulgatore o a Calatafimi. Un no che parte dai sindaci del territorio e che arriva fino agli studenti che hanno affollato piazza Vittorio Emanuele, il cuore di Trapani, per quella manifestazione promossa dall’amministrazione comunale di Trapani con l’intento di sensibilizzare la cittadinanza verso il rischio che corre la provincia. Quello di dover ospitare un deposito nazionale per oltre 90 mila tonnellate di rifiuti radioattivi provenienti da tutta Italia.

A ribellarsi a questa idea c’è tutta una provincia, che vede nella scelta della Sogin, l’ente ministeriale incaricato di individuare il luogo nel quale andare a costruire il deposito nazionale, una scelta non concordata con gli abitanti, ma imposta dall’alto. Anche se, in cambio, assicurerebbe posti di lavoro e infrastrutture. Ma nel Trapanese gli amministratori, i cittadini e gli industriali hanno idee diverse e Giacomo Tranchida, il sindaco di Trapani, lo ha ribadito ancora una volta, sottolineando la vocazione turistica ed enogastronomica di questo lembo di Sicilia.

A piazza Vittorio Emanuele, alla fine, i grandi protagonisti sono stati gli studenti degli istituti superiori dell’hinterland. A loro si sono rivolti gli amministratori, perché sono loro i protagonisti del futuro capaci, però, di cambiare il corso del presente. Un po’ come avvenne nel 1980 quando l’idea di realizzare una strada che collegasse Scopello con San Vito venne bloccata dai giovani di allora: in duemila si ritrovarono proprio a Scopello per una marcia che sensibilizzò l’opinione pubblica, dando il via alla nascita della Riserva dello Zingaro.

“Voglio completare gli studi e vivere nel mio territorio – sono le parole di Mario Giurlanda, uno degli studenti presenti alla manifestazione -. Ma lo voglio fare in sicurezza e non con un deposito di rifiuti nucleari a pochi chilometri da me. Non è accettabile”. E gli studenti hanno ribadito il loro pensiero con diversi striscioni e cartelloni, tutti contro questa ipotesi ritenuta “inconcepibile – spiega Francesca Calcaterra, altra studente -. Voler costruire un deposito di questo tipo dove oggi sono presenti i vigneti, o accanto al templio di Segesta è da irresponsabili. Dobbiamo impedire tutto questo”.

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