Se dovessimo elencare i piatti tipici di Trapani, tutti i cittadini elencherebbero sicuramente la Rianata. Ma non una Rianata qualsiasi: precisamente quella di Michele Calvino.
Le sue pizze, condite con tumma – perché la mozzarella ancora poco familiare – e pomodoro a pennulla, riuscirono in poco tempo a deliziare tutti e fare diventare Michele Calvino amato da tutti.
La sua pizzeria in Via Cortina – oggi Via Nunzio Nasi, dove ancora si trova nonostante siano passati settantasei anni – fu aperta subito dopo la seconda guerra mondiale e dal quel 1946, per Michele Calvino fu soltanto un percorso in salita seppur con tanti sacrifici.
Perché U Zu Michele Calvino non vendeva solo pizze: nel corso della giornata, infatti, venivano cucinati anche i timballi e polli al forno, serviti con patate.
U Zu Michele Calvino, con la sua educazione e gentilezza, riuscì a rendere quel locale - noto per essere stata una casa di appuntamenti - una casa per tutti trapanesi e un porto sicuro per i bambini che, passando da lì, acquistavano la deliziosa pizza con lo zucchero.
Ma il suo locale non fu una sicurezza solo per la città: si racconta infatti che una volta un suo cartone della pizza fu ritrovato per le strade di New York.
Oltre per le sue prelibatezze, Michele Calvino era famoso per la sua memoria: per lui infatti non era necessario scrivere le ordinazioni ma tutto veniva ordinato a voce e poi, se si aspettava un po’, diceva ai suoi ragazzi – da tutti viene ricordato, tra gli altri, Michele ca pizza, che aveva il compito di infornare le pizze – una frase che ancora oggi è impressa nella testa dei trapanesi: «Avanzamo ancora du rianate!».
Michele Calvino, insomma, è riuscito con semplicità e garbo a prendere per la gola tutti i trapanesi e a diventare un pezzo di storia della città. Un pezzo di storia che piace a tutti e che nessuno può dimenticare.
Illustrazione di: Giada Barbara
