C’è paura tra gli abitanti. Anche la segnalazione
C’è paura tra gli abitanti di alcune palazzine di proprietà dell’IACP (Istituto Autonomo Case Popolari) del quartiere Sant’Alberto. Alcuni edifici, infatti, rischierebbero di crollare: le fondamenta starebbero pian piano cedendo. Ed è una situazione chiara agli occhi di tutti (l’intonacatura è venuta meno e le barre di acciaio che servono ad armare il cemento sono visibili ad occhio nudo).
A segnalarlo è il consigliere comunale Giovanni Parisi, che da tempo rappresenta il quartiere.Secondo quanto dichiarato dallo stesso Parisi, una palazzina di viale Marche presenta anche dei segni di affondamento. «La situazione è critica – ha spiegato Parisi – e una palazzina si è abbassata addirittura di un metro. C’è da dire, poi, che quella della palazzina in viale Marche non è una situazione isolata: ho infatti ricevuto molte segnalazioni dei cittadini, come quella in via Teocrito, in via Diodoro Siculo, in via Michele Amari.
Solo pochi interventi sono stati fatti, tra l’altro a macchia di leopardo: si tratta dello svuotamento degli scantinati che sono sempre pieni di acqua e spesso anche di melma».La situazione sarebbe molto pericolosa. E, tra l’altro, c’è anche il rischio che si possa ripresentare ciò che è successo a febbraio del 2023 quando, nel quartiere Fontanelle Sud, una veranda al primo piano ha ceduto e ha creato una voragine nell’area condominiale. Qualche giorno dopo, invece, ma nel quartiere Sant’Alberto, era ceduto il cornicione di un palazzo.In entrambi i casi, i residenti avevano segnalato dei cedimenti all’IACP ma non era stato fatto nulla e, pian piano, quello che gli abitanti avevano paura succedesse, è realmente successo.
Insomma: molte palazzine dell’Istituto Autonomo delle Case Popolari verserebbero in condizioni di abbandono. E non solo al quartiere Sant’Alberto o al quartiere Fontanelle. I residenti delle palazzine del quartiere Cappuccinelli, ad esempio, da anni fanno i conti con infiltrazioni gravi che hanno causato danni a livello strutturale ma anche a livello economico, perché non ottenendo nessun riscontro dopo tanti richiami, hanno preferito realizzare dei lavori con i propri soldi.Insomma: i cittadini non ce la fanno più, si sentono abbandonati e aspettano, per l’ennesima volta, una risposta.