Trapani, “Divina Tenebra” di Marco Papa al San Rocco. Un enorme installazione di carta introduce al cammino dentro di sè

All’interno del grande evento EXTRALARGE del 10 maggio 2024.

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
06 Maggio 2024 14:12
Trapani, “Divina Tenebra” di Marco Papa al San Rocco. Un enorme installazione di carta introduce al cammino dentro di sè

All’interno del grande evento EXTRALARGE del 10 maggio 2024 si inserisce la Mostra-Laboratorio dal titolo“Forma, Virtù”, attraverso cui l’artista Marco Papa, trasferitosi 14 anni fa da Milano a Trapani, fa un poetico racconto della sua visione dell’uomo e dell’arte, sia attraverso una serie di opere create nei primi anni del suo lavoro, sia con quelle nate invece per Trilogy on the Verge: Dancing, Fighting, Loving, un percorso che, partendo dai fenomeni collettivi delloshowbusiness fatto di successi rapidi e altrettanto rapidi fallimenti, rivela anche un carattere fortemente autobiografico, intimo e introspettivo, lanciando tuttavia un monito al complesso mondo dell’arte spesso viziato dagli stessi meccanismi dello spettacolo.

Il progetto è iniziato più di 20 anni fa per l’incontro dell’artista con Gene Anthony Ray, ovveroLeroy Johnson, il danzatore della serie americana “Saranno famosi”(Dancing), che innalzatosi alle vette di una fama planetaria è poi pian piano crollato nel baratro della solitudine fino alla morte prematura. Più recentementeTrilogy on the Verge ha visto l’incontro di Marco Papa con il pugile Mike Tyson(Fighting).

La sua conclusione è invece collegata alla diva Brigitte Bardot (Loving). Se questo progetto rivela alcune complesse dinamiche esistenziali di Marco Papa, la mostra “Forma, Virtù” offre anche l’aspetto sociale della sua visione artistica, soprattutto di questi ultimi anni trapanesi. Con la sua associazione “L’Uomo sulla Terra”, l’artista ha dato vita ad oggetti della vita quotidiana, come sedute e tavoli, intesi come vere opere che vogliono ricollegare la vita sociale all’arte.

Alcuni oggetti, però, più di altri, hanno per Marco Papa un valore simbolico che travalica la loro funzione, fino ad assurgere ad un significato metafisico. Uno di questi oggetti, in particolare, è la riproposizione della Carrozza siciliana che si trova all’ingresso del Museo Pepoli. È questo oggetto in stile barocco che ha suggerito il progetto Meta Carrozza Fisica Santa.

Nella visione dell’artista (un disegno largo 7 metri) quella Carrozza, intesa come strumento dei viaggi del passato che, partendo dalla Sicilia, muovevano verso il resto d’Europa, viene riletta come un oggetto del futuro, un oggetto viaggiatore, chiamato a condurre l’Umanità ad una visione più alta.

Dal fascino della gondola veneziana parte invece il progetto della Meta Gondola Fisica Redentore, iniziato con la realizzazione di un incredibile prototipo in fibra di carbonio di 10 metri di lunghezza, calato nelle acque di Venezia per la festa del Redentore del 2017 e poi, nonostante le sue dimensioni, portato prima a Favignana e poi, nel 2018, a Pantelleria, dove la meta-gondola ha navigato nelle acque del Lago Specchio di Venere, con un effetto di totale straniamento. La Gondola rappresenta Venezia, città crocevia di civiltà e di incontri tra Oriente e Occidente.

Proprio in questi ultimi mesi e sotto la spinta della situazione internazionale il progetto ha aggiunto la parola Pace: Pace Meta Gondola Fisica Redentore. E il viaggio della Meta Gondola si prospetta ben più lungo e complesso, sebbene di una fortissima carica simbolica. L’artista ha infatti deciso di spingere la sua Meta Gondola della Pace sul Danubio, il fiume le cui sponde da sempre nella storia europea rappresentano la separazione o l’incontro di civiltà diverse. Il progetto che vede l’autorevole supporto di Bruno Corà partirà da Uhlm nella Foresta Nera, toccando 13 Nazioni e 23 Musei, per approdare infine sul Mar Nero.

All’evento della mostra “Forma, Virtù”saranno presenti anche lo storico e critico d’arteRolando Bellini e la dottoressa Valeria Livigni, Presidente della Fondazione “Sebastiano Tusa”.

Esso si concluderà con un atto performativo di Marco Papa, che annuncia la missione della sua futura fondazione.

Sette adulti: Liborio Palmeri, Bruno Corà, Rolando Bellini, Valeria Li Vigni, Daniela Toscano, Francesco Buranelli e lo stesso artista, diranno ad una bambina, Marta Mangiarotti, qual è il loro sogno per migliorare, attraverso l’arte, la condizione della nostra società e ascolteranno il desiderio che c’è nel cuore della bambina perché tutta l’umanità possa vivere un futuro migliore.

Il giorno dopo, l’11 maggio 2024, l’attenzione si sposta a Trapani, nel cuore del Museo San Rocco.

Qui Marco Papa mette in scena un’enorme installazione di carta. Attraverso una serie di situazioni, il visitatore viene introdotto, a piedi scalzi, nel sogno, nelle visioni, nell’anima dell’artista: la terra sacra di ogni interiorità umana, l’archetipo della Madre, ma anche di tutte le madri che vivono nel cuore dei loro figli. Madri gentili e dolci, madri aggressive e feroci. Nel percorso di Marco Papa la via della consapevolezza segue la via della non-conoscenza, la luce si spegne per accendere la tenebra che, eliminando le parvenze della realtà, permette di raggiungere gli strati più profondi del cuore, dove lo spirito umano si congiunge con quello divino. Perciò èDIVINA TENEBRA il titolo che l’artista ha voluto dare alla sua installazione.

Con questa mostra il San Rocco dà a Marco Papa il giusto riconoscimento per la generosità con cui l’artista ha arricchito della sua presenza i vari piani del Museo, con il Crocifisso Danzante nell’oratorio a piano terra, con il grande Uovo d’Oro e la sua opera “Fiato del Santissimo” al primo piano, con il Cristo Nudoal terzo piano, quello stesso che la città di Trapani ha visto sollevato a venti metri di altezza da una gru il venerdì santo del 2020, anno della pandemia – spiega il direttore del Museo don Liborio Palmeri - Come il percorso artistico e spirituale del San Rocco produce una misteriosa catarsi, così anche il cammino nella Divina Tenebra della mostra di Marco Papa chiede al visitatore di lasciare per un momento il suolo fisico della terra che calpesta, per camminare dentro di sé, nel proprio cuore, e trovare quello che non immaginava”.

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