A distanza di oltre un anno da un efferato omicidio commesso a Scicli (Ragusa), i Carabinieri avrebbero individuato il movente e fermato il presunto responsabile della morte del quarantenne Giuseppe Ottaviano, ucciso in casa il 12 maggio 2024.
Un quarantatreenne di Scicli è stato arrestato questa mattina, per il reato di omicidio volontario aggravato, perché “fortemente indiziato” di essere l’autore di quel delitto.
Su richiesta della Procura della Repubblica di Ragusa, il Gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, accogliendo la ricostruzione dei fatti tracciata dagli inquirenti.
L’omicidio sarebbe stato commesso nella notte di domenica 12 maggio dello scorso anno. Il corpo di Giuseppe Ottaviano era stato trovato la sera seguente, nella sua abitazione, da un amico e da alcuni familiari che si erano recati sul posto, perché l’uomo non rispondeva al telefono da diverse ore. Gli amici avevano quindi forzato il portone d’ingresso della casa di famiglia, in via Manenti, a Scicli, scoprendo il cadavere sporco di sangue al primo piano, all’interno della camera da letto. Chiamati i Carabinieri e accertata la natura violenta del decesso, sono stata avviate le indagini da parte del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa, svolte con il supporto della Compagnia di Modica e sotto il coordinamento della Procura.
“L’attività di indagine si era rivelata sin da subito molto complessa. – raccontano gli investigatori –Dal primo esame sul corpo (i cui esiti sarebbero stati confermati in sede di esame autoptico) Ottaviano era stato ferocemente picchiato all’interno dell’abitazione. Lo dimostravano le diverse ferite lacero-contuse presenti sul suo corpo, la rottura di alcune costole e il gravissimo trauma cranico riportato, dopo i quali l’uomo era stato lasciato da solo, agonizzante, morire lentamente. Non erano stati riscontrati elementi che facessero pensare a una rapina, poiché non erano state trovate tracce di presenze estranee nell’abitazione; l’ambiente domestico risultava in ordine, senza segni di rovistamento o sottrazioni. Anche i telefoni cellulari e il portafogli della vittima erano presenti”.
“Secondo le testimonianze, Ottaviano, appartenente a una famiglia benestante e molto nota a Scicli, conduceva una vita da single ed era in contatto con diverse persone, anche per procurarsi le sostanze stupefacenti delle quali faceva uso”, continuano i carabinieri, precisando però che “durante i sopralluoghi approfonditi e ripetuti condotti dai Carabinieri del RIS di Messina, era stata confermata l'assenza di tracce riconducibili a presenze estranee all'interno dell'appartamento. Le registrazioni delle telecamere poste nei pressi dell'abitazione non mostravano, in un primo esame, evidenze di movimenti insoliti”.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa hanno allora proceduto a “una ricostruzione minuziosa dei movimenti e delle abitudini della vittima, dei suoi familiari e delle sue conoscenze, concentrandosi sui mesi e sulle settimane precedenti al brutale omicidio. Non poteva escludersi, infatti, che l’autore o gli autori del feroce pestaggio fossero a conoscenza di dettagli che non potevano essere noti ad estranei: meno di 48 ore prima dell’omicidio, la madre di Giuseppe Ottaviano era andata via da Scicli per recarsi da un’altra sua figlia, in Piemonte, e lui era rimasto solo nella grande casa”.
“Le serrate indagini consentivano pertanto di delineare il quadro delle abitudini dell’Ottaviano e delle sue frequentazioni, nonché di far emergere progressivamente alcune novità nel suo ultimo periodo di vita. Risaltava, in particolare, il dato di una relazione che la vittima intratteneva da molti anni con andamento altalenante con una ragazza, – evidenziano gli investigatori – e che la donna aveva troncato pochi giorni prima della morte violenta di Ottaviano. Inoltre, tra le centinaia di ore di immagini delle telecamere del quartiere visionate dai Carabinieri, spiccava l’inquadratura di una figura, non identificata, che il sabato precedente l’omicidio era passata più volte a piedi nella zona di piazza Matteotti e via Manenti”.
Da un ulteriore esame dei tabulati telefonici e da una messa a sistema di tutti i dati disponibili, è emerso un quadro d’insieme inquietante: “un forte attrito tra la vittima e il nuovo compagno della sua ex fidanzata, che era sfociato qualche giorno prima della morte in almeno un ‘chiarimento’, in cui quest’ultimo gli aveva senza esitazioni intimato di non cercare più la donna”.
Ma Ottaviano non avrebbe desistito. “I reiterati tentativi di Giuseppe Ottaviano di mettersi in contatto con la ex nel fine settimana, avrebbero indotto l’odierno arrestato a predisporre una sorta di spedizione punitiva, dopo aver individuato con l’aiuto di un complice gli occhi elettronici presenti nelle vie adiacenti la casa dell’ucciso. Ma il sistema di videosorveglianza di un esercizio pubblico della zona era sfuggito a questa precauzione e aveva registrato l’avvicinarsi dell’indagato all’abitazione ove si è consumato il delitto”.
Il movente sarebbe “confermato dal contenuto di diverse intercettazioni che coinvolgevano il principale sospettato”.
L’esito dell’intera attività è stato compendiato nella richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica e condivisa dal Giudice per le indagini preliminari di Ragusa che ha ordinato l’arresto del presunto assassino.