Udine ha un roster “up size”, a disposizione due quintetti molto fisici e con tanti centimetri, una profondità di rotazioni impressionante, ove si pensi che nessuno degli 11 arrivi ai 30’ e, al contempo, scenda sotto i 13’.
Il salto di categoria è l’unico obiettivo possibile, ben dichiarato, e l’ottimo coach Matteo Boniciolli ha trovato sin da subito la quadra, come dimostra l’attuale primo posto in classifica e la brillante vittoria della Coppa Italia di categoria. Ecco i singoli. La stella è Trevor Lacey, guardia del 1991, con esperienze internazionali alle spalle con il Lokomotiv Kuban (EuroCup) e, in Italia, con le maglie di Pesaro e Sassari al piano di sopra (sempre in doppia cifra di media). È un giocatore completo, che abbina importanti doti atletiche (gran rimbalzista per il ruolo) a quelle realizzative.
Può sia attaccare il ferro in 1c1 che tirare dalla distanza, soluzione che predilige ed usa con prevalenza. Top player che, al contempo, “vede” i compagni (oltre 3 assist di media). Per lui 12.4 p.ti (54% da due) e 4.2 rimbalzi di media. Eccellente il 44% dai 6.75 (su 5 tentativi per gara) mentre i pochi falli subiti ed i rari viaggi in lunetta sono conseguenza del fatto che si “accontenta” di metterla da fuori! Sul perimetro c’è anche l’ex Pesaro Federico Mussini che è arrivato “in corsa” la passata stagione ma di fatto è stato sempre fuori per un brutto infortunio al ginocchio destro.
Ha recuperato la condizione, di fatto è un americano aggiunto, almeno offensivamente, in virtù di doti balistiche illegali per la categoria. Al momento viaggia con 8.1 p.ti (in appena 17’) ed un ottimo 39% da tre. In risalita, come dimostrano le gare di Coppa Italia, giocate da protagonista. Perimetrale, poco incline a buttarsi dentro in 1c1. Il play-guardia Marco Giuri (1988), dopo gli anni da specialista in A (Caserta, Brindisi e Venezia), colpisce chirurgicamente col suo micidiale tiro da fuori.
La doppia cifra è di casa e la specialità è, come detto, l’arco dei 6.75 (per lui il 39% su più di 5 conclusioni), ma si fa apprezzare anche per la sua capacità di distribuire assist (quasi 3 di media finora). A referto anche con 11.2 p.ti, 2.2 falli subiti, 3.2 rimbalzi. L’ala grande è Michele Antonutti (1986) che di stagioni nella massima serie ne ha vissute tante (Reggio Emilia, Caserta, Pistoia e, da ultimo, Treviso e Biella) e, negli anni, si è sempre più “trasformato” da “tre” a chirurgico “quattro” tattico che apre il campo e punisce i più lenti pariruolo con il suo efficace tiro dalla distanza.
Le sue cifre: 9 p.ti, 1.9 falli subiti, 4.4 rimbalzi e 1.4 assist di media. Mani celestiali, come dimostra il 52% da due e, soprattutto, il 53% da tre, spaziale! L’88% dalla lunetta conclude il quadro. Poi c’è il lungo U.S.A. Brandon Walters (1995) che è un atleta dalla grande stazza fisica, di buona tecnica e ottimo repertorio di movimenti in post basso. A rimbalzo è una garanzia (6 di media in 18’), specialista di quello offensivo, ed è un efficace intimidatore d’area, che costringe gli avversari ad alzare le parabole di tiro.
Poi 10 p.ti (un eccellente 67% da sotto), 3 falli subiti, che testimoniano della sua pericolosità “sotto”. Non ha raggio di tiro dalla distanza e tende a caricarsi di falli. Nel pitturato determinanti i minuti (oltre 19’) del pivot Francesco Pellegrino (1991), che sta scrivendo a referto numeri in esponenziale crescita rispetto allo scorso anno (7.4 p.ti, 1.9 falli subiti, un clamoroso 68% da due, 5.2 rimbalzi per gara). Le sue lunghe leve consigliano gli avversari di “correggere” il tiro, per sfuggire alla stoppata, specialità della casa (quasi 2 di media).
Il playmaker titolare è Alessandro Cappelletti (1995), ex Torino. I suoi numeri attuali sono di gran pregio: 13 p.ti, 2.8 falli subiti, 3.9 rimbalzi e ben 5.2 assist per gara. Le sue percentuali dal campo brillano: 61% da due, 40% da tre. Regia sì ma anche energia, uno contro uno e tanta fisicità (tradotta in falli subiti e rimbalzi). Inoltre, tanta pressione sul portatore di palla avversario (2 recuperi per volta). In roster anche l’ex Fortitudo Bologna, Scafati e Casale Monferrato Nazzareno Italiano (1991) che, nelle gare disputate fin qui, ha tirato al di sotto dei suoi standard (4.7 p.ti, 2.6 rimbalzi, il 37% da due ed un rivedibile 26% da tre, arma che usa con prevalenza).
Negli anni ha costruito un fisico più asciutto (da esterno puro) ma, forse, ha così perso l’atipicità di un tempo. Spazio (quasi 18’ a match) anche per il 1999 Ethan Esposito, tornato in Italia dopo essersi formato negli Stati Uniti (NCAA), che è un “tre” fisico che garantisce atletismo ed energia, con 5.4 p.ti, 4.3 rimbalzi (ottima attitudine per lui) e percentuali dal campo altalenanti (50% da due, 26% da tre). Mani da migliorare ma, in generale, in costante crescita! 14’ poi per la guardia del 1995 Vittorio Nobile che ad Udine è ormai di casa.
Usa prevalentemente il tiro dai 6.75 ma, al momento, sta faticando un po’ (27% da tre). Aggiunge 3 p.ti con il 33% da due, pur su pochi tiri. Sotto media. Si guadagna a pieno le rotazioni (13’ di utilizzo medio) anche l’ala del 1999 Michele Ebeling, talentuoso figlio d’arte (di John), ex Cagliari e Ferrara. Può giocare da “quattro” che allarga il campo e corre la transizione, così come da “tre” che porta sotto l’esterno di turno. Per lui 4.1 p.ti e 2.4 rimbalzi di media. Le percentuali da due sono ottime (63%, pur su pochi tiri), mentre dalla distanza (27% da tre) sta faticando non poco.
Perimetrale, non ama più di tanto buttarsi nel traffico.Dario Gentile – Responsabile Comunicazione Pallacanestro Trapani