Un solo obiettivo per la Virtus, ritornare al piano di sopra senza passare dai play-off. A tal fine, in estate è stato allestito un roster davvero super, guidato da coach Piero Bucchi che la serie A, quella di vertice, la conosce da sempre. Una parentesi, in sostanza, prima di calarsi nuovamente nel basket che conta. Un solo scivolone in questo avvio di stagione, a Bergamo, e poi solamente referti rosa, compreso l’ultimo sorriso sul difficile parquet di Capo D’Orlando. Ecco i singoli. È innanzitutto arrivato il playmaker Nic Moore (1992) che nei due anni di A con la maglia di Brindisi (Final Eight di Coppa Italia alla “prima”) è sempre andato in doppia cifra e garantito tanti rifornimenti per i compagni, dato che è maestro nel trovare il compagno libero per una buona conclusione.
Non è un grande tiratore dalla distanza (23%) ma sa prendersi le responsabilità nei momenti caldi del match (vedi ultimo quarto contro l’Orlandina). Nonostante il suo status, è un giocatore di sistema che assicura alla causa carisma ed esperienza. Viaggia al momento con 13.3 p.ti, 3.9 falli subiti, 2.7 rimbalzi e 3.3 assist di media. L’altro playmaker è il 1998 Tommaso Baldasso che non difetta certo di personalità che, anche quest’anno, sta mettendo al servizio della squadra. I suoi numeri stagionali: 8.1 p.ti, 3.7 rimbalzi e 2.3 assist per partita.
Le percentuali dal campo dicono 58% da due ed un migliorabile (per lui) 35% da tre (su 4 tentativi a match), mentre guadagna pochi liberi poiché gioca poco uno contro uno. È rimasta anche la guardia, ex Trapani, Massimo Chessa (1988) che non ha bisogno di presentazioni e fa male con il suo proverbiale tiro da fuori. Finora viaggia con 7.1 p.ti e 3 rimbalzi di media. Sta incidendo meno come passatore, nonostante buone qualità in tal senso. Quando è in campo si esalta, come detto, dalla distanza con il 53%, risultando molto preciso anche ai liberi, 100% finora, pur viaggiando poco in lunetta per attitudini prevalentemente perimetrali.
Giocatore di “striscia”! L’ex Georgetown Henry Sims (1990) è il talentuoso centro U.S.A. con esperienze “vere” in NBA (con i 76ers una stagione ad 11.8 + 7 di media!) e nella scorsa A italiana, con Cremona (11.3 p.ti oltre 6.5 rimbalzi). Le sue indubbie doti atletiche ed un bagaglio offensivo in post basso di prim’ordine costituiscono il suo biglietto da visita. Sotto le plance fa la voce grossa (ben 11.6 rimbalzi per gara), garantendo inoltre 19.4 p.ti (56% da due) e 7.3 falli subiti ad incontro, che la dicono lunga sulla sua pericolosità offensiva.
Raro caso di “doppia doppia” di media! Poi c’è il lungo atipico (tatticamente più un’ala che un centro) Aristide Landi (1994), scuola Virtus Bologna, che scrive a referto numeri davvero interessanti: 11.2 p.ti oltre 5.6 rimbalzi per gara. Il talento e la mano educata non gli mancano di certo, nonostante l’insolito 33% da tre, specialità che usa tanto. Sulla dolcezza dei polpastrelli non vi sono davvero dubbi (48% da due, 100% ai liberi), così come sulla sua capacità di “aprire” il campo e creare per i compagni, con 2 assist a match.
Sta letteralmente scalando le gerarchie di inizio anno il “tre-quattro” Amar Alibegovic (1995), figlio di Teoman e fratello di Mirza. Bosniaco di passaporto italiano, dopo gli anni “giovanili” alla Stella Azzurra Roma, si è formato alla prestigiosa St. John’s University di New York. Duttile tatticamente, può giocare sia spalle che fronte a canestro, per via di un tiro da fuori niente male. A Capo D’Orlando ha sfiorato il “ventello”. Le sue cifre stagionali: 7.4 p.ti e 5.7 rimbalzi ad allacciata di scarpe.
Da tre conclude con il 37% mentre le percentuali dalla lunetta (50%) e da due (45%) sono senz’altro migliorabili. In crescita! Poi troviamo un “ritorno”, Daniele Sandri (1990) che è un’ala piuttosto atletica che mette al servizio della squadra le sue indubbie doti fisiche ed un tiro che migliora anno dopo anno. Buona poi la sua propensione nel dare una mano nella lotta a rimbalzo. Le statistiche fino ad ora: 7.7 p.ti, 2.9 falli subiti e 2.7 rimbalzi per partita. Benissimo dal campo, con uno stratosferico 74% da due ed un eccellente 46% da tre (pur su pochi tentativi).
Tanti minuti poi per la guardia-ala, ex Scafati, Marco Santiangeli (1991) che garantisce aggressività difensiva ed un tiro dalla distanza di solito affidabile. Finora ha contribuito alla causa con 6.1 p.ti e quasi 2 assist a match. Le percentuali dall’arco dei 6.75 sono però un po’ in calo, 25% da tre, arma che comunque utilizza con grande continuità. Si è “fermato” nella trasferta di Capo D’Orlando. Ha saltato le ultime gare la guardia, ex Latina, Andrea Saccaggi (1989) che, oltre al tiro da fuori (il suo marchio di fabbrica), negli anni ha trovato maggiore fiducia anche nella gestione della palla, nonché nel prendersi qualche iniziativa in più in uno contro uno.
Finora incide poco con 3.4 p.ti e percentuali dal campo in caduta libera (33% da due e 27% da tre).