A dieci anni e mezzo, invece, è stato condannato, sempre per associazione mafiosa, Francesco Catalanotto, 47 anni di Castelvetrano, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara. Salvatore “Mario” Giorgi (condannato in concorso in associazione) e Francesco Catalanotto, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara, dovranno anche versare somme come risarcimento danni alle parti civili: i Comuni di Castelvetrano e Campobello di Mazara (50 mila euro ciascuno), l’associazione antimafia e antiracket “La Verità Vive” di Marsala (avv.
pepope Gandolfo), “Codici Sicilia” (Avv. Giovanni Crimi) e Antiracket e Antiusura Trapani (Avv. Giuseppe Novara), alle quali il giudice ha liquidato 20 mila euro ciascuna. Oltre alle spese processuali. Giorgi e Catalanotto, inoltre, sono stati condannati al pagamento delle spese per il loro mantenimento in carcere, all’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e all’interdizione legale durante l’esecuzione della pena. Per favoreggiamento personale (ma senza l’aggravante mafiosa, come invece aveva contestato l’accusa) sono stati condannati a due anni di reclusione ciascuno, ma con pena sospesa, i campobellesi Paolo De Santo, di 45 anni, e Giacomo Barbera, di 67 anni.
Per il primo, il pm aveva chiesto 4 anni, mentre per il secondo 2 anni e 8 mesi. In passato, Barbera è stato condannato, con sentenza definitiva, per il tentato omicidio del capo famiglia di Campobello di Mazara, Nunzio Spezia, su ordine dell’anziano capo mafia Natale Ala, quest’ultimo assassinato nel 1990. Il gup Rosini ha, infine, assolto Calogero Pizzolato, di 40 anni, anche lui di Campobello di Mazara, Antonino Tumbiolo, 48 anni di Mazara del Vallo (difeso dall’avvocato Salvatore Ferrante), e Giuseppe Di Stefano, 82 anni di Salaparuta.
Per loro, il pm Dessì aveva chiesto due anni ciascuno. Altri sei imputati dell’inchiesta “Mafia Bet” sono attualmente sotto processo davanti il Tribunale di Marsala, fra questi il 40enne imprenditore campobellese Calogero John Luppino, nipote di Salvatore “Mario” Giorgi; Luppino deve difendersi dall’accusa di associazione mafiosa, a differenza degli altri imputati. L’indagine ha coinvolto anche il deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, accusato di corruzione elettorale in concorso senza aggravante mafiosa.
La sua posizione, però, è stata già stralciata e il gup Rosini deve ancora decidere sulla richiesta della Dda. L’udienza è fissata per il prossimo 28 ottobre.