E’ stato rinviato a giudizio il 54enne pregiudicato mazarese Vincenzo Frasillo accusato di avere ucciso, un anno fa, a botte la moglie, la 54enne mazarese Rosalia Garofalo. Il rinvio a giudizio è stato decisi nel corso dell’udienza preliminare, il 25 gennaio presso la sezione penale del Tribunale di Marsala, dal gup Sara Quittino. Frasiullo sarà processato presso la Corte d’Assise di Trapani, la prima udienza è prevista l’1 marzo. Rosalia Garofalo, legata al marito da 30 anni di matrimonio, era da tempo vittima dei suoi soprusi e spesso di percosse da parte del coniuge.
Fino all’ultimo eccesso d’ira quella drammatica sera del 29 gennaio dello scorso anno. All’arrivo degli agenti del locale Commissariato di P.S. nella loro abitazione via Calipso (nei pressi della Ss115 Mazara-Marsala) , a seguito della chiamata dello stesso femminicida, la donna apparve irriconoscibile a seguito del martirio subito. Il sopralluogo della Polizia Scientifica e l’ispezione eseguita dal medico legale avevano evidenziato la reiterata violenza di Frasillo negli ultimi tre giorni, senza prestargli alcuna assistenza o richiedere le necessarie cure mediche.
La violenza del marito si sarebbe scatenata molto probabilmente per l’ossessione di essere tradito dalla donna. L’autopsia avrebbe poi confermato il massacro subito prima della sua morte. Frasillo, disoccupato, pregiudicato e percettore del reddito di cittadinanza, fu condotto nel carcere di Trapani (in foto collage di copertina Rosalia Garofalo e Vincenzo Frasillo). La donna aveva pure trovato il coraggio di denunciare il marito per poi ritornare sui propri passi proprio qualche mese prima della sua morte.
Nonostante l’offerta di aiuto fornita dai servizi sociali (era stata per mesi in una comunità) e dal suo legale al fine di chiudere qualsiasi rapporto con quell’uomo (che lei stessa aveva più volte denunciato e poi ritornata sui propri passi all’atto di proseguire), Rosalia era voluta tornare a tutti i costi a vivere con il marito forse rassicurata da un suo apparente cambiamento. Oltre ai familiari della vittima, fratelli e figlio della donna uccisa, si sono costituite parti civili nel processo alcune associazioni del territorio impegnate contro la violenza di genere: Demetra Onlus, La Mimosa Onlus, Casa di Venere e Insieme per Marianna (rispettivamente rappresentate dagli avvocati Marilena Messina, Fabiola Martinico, Roberta Anselmi, Antonina Milazzo e Consuelo Alonge).
Francesco Mezzapelle