L’Elzeviro di Bonagiuso: Ipocrisie da sinistra

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
24 Gennaio 2021 10:38
L’Elzeviro di Bonagiuso: Ipocrisie da sinistra

Si sa. Al cuor non si comanda. E il mio, di cuore, è sempre stato a sinistra. Una sinistra morotea, che si ricordasse degli ultimi senza massacrare invano le classi medie, uniche, in questo paese italico, a poter creare posti di lavoro, opportunità e impresa. In sintesi, a me il motto “anche i ricchi piangano” non è mai piaciuto. Così come non è mai piaciuto l’assunto populista che dilata l’invidia sociale e promette agli ultimi di livellare verso l’ultimo posto anche i primi. Che mi entra, in concreto, se tu sei più povero e misero di me? Nulla.

Ma tralasciando le questioni di principio, filosofiche si direbbe una volta, quando la categoria del pensiero non era una offesa per il senso comune di nuovi maître à penser del contemporaneo pentastellato, vorrei approdare ad una analisi cinica e dolorosa della situazione politica attuale, vista da sinistra. Un tempo la sinistra vantava una certa superiorità morale, faceva le prediche sulle puttane di Berlusconi, e sulle Olgettine; oggi imbarca in maggioranza transfughi testimoni di quei processi, testimoni a favore del Caimano, s’intende: incredibile! Un tempo la sinistra ricordava Mastella come l’esempio dell’indegnità politica che, trasformisticamente, con un partito del 2%, era riuscito a cambiare casacca e schieramento pur di mantenere il ministero e, dunque, il potere, oggi investe il reduce della vecchia repubblica come pontiere per trattative destinate a distruggere la fedeltà altrui agli altrui patti.

Pacta sunt observanda, dicevano i latini. Gli accordi devono essere mantenuti! Non per la sinistra italiana oggi che in nome del motto “O Conte o morte” sta rinnegando ogni idea morale che fa battere il cuore, seguendo un Premier inadeguato e smanioso di potere (Conte Uno coi fascisti, Conte Due con la sinistra, Conte tre con i transfughi!) pure nei picchi più bassi della Repubblica: citazioni ad personam in discorsi alle Camere, e omaggi pelosi a Paolo Borsellino, addirittura, per raccattare il voto di qualche espulso, omaggi sdegnosamente respinti anche dalla figlia del magistrato.

Una sinistra ostaggio di Conte, che ha ormai risucchiato nella sua orbita ciò che resta del Movimento Cinque Stelle, tanto che l’anima rivoluzionaria del Movimento resta paradossalmente solo negli espulsi e nei fuoriusciti, mista a no-vax, a sciatori chimici, a rincoglioniti e scioccatelli vari… Come Ciampolillo, che considera la scienza una idiozia, ma che vota in extremis il Governo Conte Due e mezzo, dopo diretta telefonata del Premier. Mio Dio! O come l’Udc, con Cesa indagato per mafia… Gli altri Pentastellati, ormai casta, si sono messi la cravatta e sono di colpo diventati andreottiani di ferro, con tanto di doppia morale e di colla per poltrona.

Ma che gente senza una storia politica, gente che urlava impiggiment di fronte alle prerogative del Presidente della Repubblica, o che non si rendeva conto che governare sia con Salvini che col Pd è atto di somma immoralità, perché importante era afferrarlo quel potere, come un treno che non sarebbe ripassato dalle parti degli spalti del San Paolo, ti puoi attendere tutto e il contrario di tutto. Senza idee non si ha una morale, ovvio. Solo una convenienza. Governare con quello o con l’altro, che importa? Ma la sinistra? Santo Iddio… La sinistra? Che fine ha fatto e che fine farà la sinistra, vista da sinistra? Sì, molti sono ormai entrati nella logica salviniana dello scontro che prevede tifoserie, non pensiero, non riflessione, non discorsi, ma sfide, anatemi e guerre intestine.

Come se la sinistra fosse nuova a questa infinita decimazione interna, autoctona. Una maledizione secolare! Scissioni e scissioni sono il vero sale di una sinistra che come forza antagonista ha sempre trovato principi di unità, fino a Berlusconi, unendo con Prodi, appunto, una armata che da Mastella a Bertinotti doveva smacchiare il giaguaro. Senza un nemico sembra che la sinistra, nel recente tempo del trentennio, non esista. Ieri era Berlusconi. Oggi si accolgono anche le segretarie di Berlusconi e le fascistissime Polverini, pur di smacchiare il prossimo giaguaro: Salvini.

Perché senza un nemico, la sinistra rischia sempre di soffocare in troppe contraddizioni, che sono le contraddizioni insite nel giogo del potere e della morale. Ecco, i Cinque Stelle sono soffocati per metà. Per metà si sono ancorati ai ministeri come salvagente, ad personam, fottendosene della morale e della logica. Si governa con chi ci sta, pur di governare. Ma la sinistra non può dire questo, e non può farlo perché ha gente come Berlinguer e Macaluso come padri di dottrina e Gramsci e non Grillo al fondamento.

E se non può dirlo, allora? Allora giace su una pandemia governata male, malissimo, che chiude i teatri e i cinema e lascia le folle in aereo ed in metropolitana, lasciandolo dire soltanto a Calenda e Renzi, e ai dati purtroppo, umani ed economici, ma non dicendo affatto il contrario. Appoggiandosi sulla narrazione “venne lo tsunami, chi avrebbe fatto meglio?” e ondando tutto sulla pia elemosina, il ristoro, la mancia, i seicento euro, che seguono  la logica del reddito di cittadinanza, per il quale molta gente non vuole più fare un cazzo dalla mattina alla sera, tanto lo Stato ti paga per non lavorare, e se scopre che lavori ti revoca il sussidio! Lasciamo fuori i morti dalla storia, ma anche le scuse piccoline.

Chiunque capirebbe che in questa fase non avremmo bisogno degli Arcuri di D’Alema (santo Iddio, ancora D’Alema!) che comprano mascherine a dieci volte il loro costo (vedi Report!), si affidano a faccendieri (vedi procura di Roma), comprano banchi a rotelle a scuole chiuse, e non sono in grado di obbligare Pfizer a rispettare il piano vaccinale. Avremmo tutti voluto Mario Draghi, leader indiscusso nel mondo, autorevole e bravo, il migliore, confessiamolo! Ma ci dobbiamo tenere Conte, perché ipocritamente, da sinistra, non ci sono né i numeri né le palle di assestare una spallata che porti al governo i migliori, non i reduci di uno vale uno: Conte, Bonafede, Azzolina...

Così, in queste conclusioni mi sanguina il cuore, nel vedere una storia centenaria ridotta alle battute incoerenti e misere di un comico genovese annoiato e ipocrita. Se ci siete, a sinistra, parlateci della sinistra! Dite qualcosa di sinistra! Senza ipocrisia! Giacomo Bonagiuso

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