Le Vie dei Tesori per il secondo anno a Alcamo: 12 luoghi e tre passeggiate nella natura

Si sale sulla cupola della chiesa Madre. Da sabato 16 settembre

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
14 Settembre 2023 12:59
Le Vie dei Tesori per il secondo anno a Alcamo: 12 luoghi e tre passeggiate nella natura

Andar per castelli: ad Alcamo si può. Passando dal maniero inaccessibile sullo spuntone di roccia, al castello che è nel cuore della città, simbolo della comunità. Ma si entrerà anche in una cantina di inizi ‘900 e si scopriranno otto statue del Serpotta tra le monache che ancora vivono di lavoro delicato e preghiera. Alcamo è pronta al suo secondo anno nelle Vie dei Tesori: per il suo debutto è stata tra le città più amate della scorsa edizione (un vero exploit visto che ha sfiorato le 4000 presenze) e ha deciso quest’anno di superarsi aprendo siti inediti durante i tre weekend del festival, dal 16 settembre all’1ottobre.

In tutto il programma accoglie dodici siti, ma anche passeggiate nel verde, spettacoli e due esperienze di enogastronomia. I coupon sono validi anche nelle altre città della provincia che partecipano al festival, quindi a Trapani, Marsala e Mazara del Vallo.

“Siamo entusiasti che la nostra città, per il secondo anno consecutivo, faccia parte del circuito regionale delle Vie dei Tesori, che valorizza il patrimonio culturale e paesaggistico della Sicilia, attraverso attività di racconto, promozione e coinvolgendo la comunità - dicono il sindaco Domenico Surdi e l’assessore alle attività culturali e al turismo Donatella Bonanno - Un’occasione di riappropriazione e riscoperta per i cittadini, un appuntamento straordinario per i turisti che invitiamo a visitare i nostri castelli, le chiese, i musei, a passeggiare su Monte Bonifato e negli angoli nascosti e preziosi della città, a conoscere le sorgenti di Chiusa e Dammusi e a partecipare agli eventi e alle esperienze".

Continua il sindaco “abbiamo voluto esserci una seconda volta, orgogliosi dell’ottimo risultato dell’anno scorso, perché siamo consapevoli che le Vie dei Tesori rappresentano per la nostra città un’opportunità per entrare a far parte dei circuiti turistici di rilievo. Senza dimenticare che solo facendo rete con le associazioni del territorio, le scuole e i privati riusciremo a costruire un percorso culturale che coinvolga tutta la comunità. Alcamo ha tutte le potenzialità per farcela, bisogna crederci e lavorare insieme”.

L' assessore Bonanno, nel presentare i siti coinvolti nell’iniziativa, ha ringraziato, oltre agli organizzatori e allo sponsor, tutti i volontari, gli studenti e le associazioni che, insieme ai dipendenti comunali, cureranno l’apertura dei siti e l’accoglienza dei visitatori.

Si parte quindi sabato (16 settembre) e si va avanti, sempre sabato e domenica, per tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche (ad Alcamo e alle tre città del Trapanese si affiancano Termini Imerese, Bagheria, Corleone, poi Messina, Enna, Caltanissetta); dal 7 al 22 ottobre altre cinque città (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini); e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre.

Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani che si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, giornalisti. Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole. Complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto economico di oltre 6 milioni di euro, ad Alcamo la ricaduta ha superato i 102 mila euro.

Le Vie dei Tesori è un festival di comunità, che va costantemente arricchendosi e che spesso è un primo passo verso l’apertura definitiva dei siti. È importante il coinvolgimento delle scuole e dei ragazzi che studiano e si preparano per presentare ciascun luogo. Un mattone ben raccontato può ottenere più visitatori di un luogo noto:” spiega Marcello Barbaro, vicepresidente della Fondazione Le Vie dei Tesori.

Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Alcamo come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor (“è una manifestazione che ha raggiunto target altissimi e che apprezzo da visitatore, è il modo migliore per conoscere il territorio” – dice Sebastiano Palumbo direttore di mercato di Alcamo), il festival ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari.

Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. Quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

IL PROGRAMMA DI ALCAMO. Andar per castelli colmi di leggende, ma anche scoprire chiese che paiono un merletto, visitare un’antica cantina dello Stabilimento Florio, salire sulle cupole o ascolta cantastorie popolari e ieratici canti gregoriani. Il programma costruito sulla città di Alcamo – messo insieme con la collaborazione di Enza Scaglione – quest’anno deve partire dalla cinquecentesca chiesa della Badia Nuova che faceva parte del monastero che nel 1866 venne trasformato in scuola.

Le poche suore rimaste vivono lì ancora oggi dedicandosi alla cura dell’orto, al cucito, ricamo e restauro di paramenti sacri, alla preparazione di dolci canditi e alla produzione di vino da uve dei loro vigneti. E mostreranno le otto splendide statue allegoriche in stucco realizzate nel 1724 da Giacomo Serpotta. Altra novità di quest’anno, la trecentesca Maria SS. Annunziata dove ha sede la confraternita omonima, la più antica tra le alcamesi, poi trasformata in caserma e abbandonata.

E’ un affascinante rudere con il tetto crollato, e saranno gli esperti dell’Ordine degli Architetti di Trapani a condurre la visita. Si visita anche la Chiesa Madre, in stile gotico-catalano, anche se della struttura originaria restano solo il campanile a bifore (restaurato nel 1942), la cappella della Sacra Spina e il fonte battesimale. Sotto i bellissimi affreschi del Borremans, invece, si contano17 cappelle di proprietà delle famiglie alcamesi. Quest’anno si potrà salire sulla cupola da dove si ha una vista magnifica sull’intera città punteggiata dai tetti, e su tutti i territori attorno, dal mare a Monte Bonifato.

I due luoghi simbolo di Alcamo l’anno scorso hanno registrato lunghe file: nel centro città, il Castello dei Conti di Modica, palcoscenico delle lotte tra i potenti dell’epoca, qui nel 1535 soggiorna l'imperatore Carlo V. Profondamente degradato, il castello passa nel 1828 al Comune che lo adibisce a uffici comunali, poi a carcere, e a stalla. Restaurato nel 2000 e nel 2010 è sede dell’Enoteca regionale della Sicilia Occidentale. Ci si inerpicherà invece per raggiungere al Castello di Calatubo, rudere “saracino” irraggiungibile su tre lati, che faceva parte della linea di torri di avvistamento e forti lungo la costa da Palermo a Trapani.

Appena giunti, vi racconteranno di re Biddicchiu, dell’erba grassudda, e di ricette segrete dei monaci. E se si cammina un po’, ecco che si arriva alla Cuba delle Rose, che nella forma è solo unacisterna araba, ma la visita è colma di leggende meravigliose – e partecipa al circuito Italia Romanica creato in Sicilia, Sardegna e Lombardia - .

Al Museo di arte sacra si scoprono dipinti, sculture, argenti, messali, antifonari, presepi, ceroplastiche, sacri paramenti; al MACA, il museo d’arte contemporanea nell’ex Collegio dei Gesuiti sono esposte tele di Turi Simeti, Vito Bongiorno, Gisella Giovenco e Sergio Zavattieri, i gessi di Nicola Rubino: è una “casa degli artisti” in un bene confiscato alla mafia. Una strana storia a parte investe Villa Cassarà: nel 1989il Comune affida a Mariano Cassarà l’incarico di realizzare un monumento a Cielo d’Alcamo; lo scultore inizia i lavori ma dopo vari colpi di scena, viene dimenticato tanto che Cassarà decide di collocare l’opera nel giardino di famiglia, dove tuttora si trova.

E non si deve perdere la visita alla collezione di 200 strumenti musicali raccolti in una vita intera dal compositore e poeta alcamese Fausto Cannone,avvienenell’ex chiesa di San Giacomo De Spada. Si visiterà Baglio Florio, antica cantina dello Stabilimento, esemplare unico di archeologia industriale con le sale colme di antichi strumenti agricoli, i trattori del dopoguerra, i tini e le barrique: ogni sabato e domenica alle 11.30 e alle 18.30 si assaggeranno prelibatezze locali innaffiate da tre vini della cantina dei fratelli Adamo.

E sabato (poi il prossimo e domenica 1 ottobre) alle 19 si potranno degustare anche quattro vini del territorio guidati da un sommelier professionista, nell’Enoteca regionale della Sicilia Occidentale che ha sede nel Castello dei conti di Modica.

Quattro eventi. Quattro appuntamenti nei luoghi del festival che affrontano la scena con linguaggi profondamente diversi si va sal monologo di Dario Muratore sui ricordi (reali) di una donna vissuta nella colonia italiana di Tripoli (23 settembre alla chiesa dell’Annunziata), al violoncello solo di Ceo Toscano tra le rovine del castello di Calatubo (24 settembre). Si potranno ascoltare i canti gregorianinella settecentesca chiesa del SS. Salvatore dove ha sede l’associazione Jacopone da Todi, che da più di trent’anni si occupa di promuovere il canto monodico gregoriano (domenica 17 e 24 settembre); o scoprire la bravura dei fratelli Rimi - Daniele, Marcello e Arianna – cantastorie di tradizione, che faranno rivivere la storia del poeta giullare Ciullo d’Alcamo, disperso tra le pieghe dell’Ariosto, (17 e 30 settembre, 1 ottobre).

Le tre passeggiate sono un vero tuffo nella natura: si parte (questo sabato alle 17.30) con un vero Urban trekking tra le antiche vie della città raccontandone la storia e i diversi stili, dall’antico Casale Alqamah a piazza Ciullo, tra palazzi di epoca barocca, torri e chiese di gusto gotico catalano, chiaramontano, neoclassico. Sabato prossimo (23 settembre) si scoprirà da dove arriva l’acqua che serve la città e sgorga dalle sorgenti Dammusi e Chiusa di San Giuseppe Jato. Circa 245 metri di gallerie scavate nel 1924, convogliano l’acqua in un acquedotto di 26 km, collaudato nel 1927. Un’opera mirabile di ingegneria di cui oggi rimane il tracciato. Questa domenica e la prossima si andrà invece alla scoperta di Monte Bonifato, lungo un itinerario tra archeologia e natura, ruderi di castelli, torri e cisterne, all'interno della riserva naturale orientata Bosco d'Alcamo.

IL FESTIVAL DELLE VIE DEI TESORI. La prima parte del Festival schiera dieci città che seguono i Borghi dei Tesori che si sono appena conclusi. Da Bagheria che apre la famosa “villa dei mostri”, invita gli innamorati sull’arco sospeso sul mare, ma racconta anche Ignazio Buttitta nella bottega dove scriveva da fanciullo; a Termini Imerese si mostrano per la prima volta i depositi del Museo civico, e due chiese di valore inestimabile, senza contare il Grand Hotel delle Terme.

Poi c’è la new entry Corleone che condurrà alla scoperta di chiese e conventi dove è palpabile la devozione antica, anche attraverso una bellissima mostra di simulacri Sei e Settecenteschi. Nel cuore della Sicilia, Enna mette insieme un palazzo Liberty inedito e un giardino segreto, prepara il giro delle cripte con il mummiologo; Caltanissetta visita le miniere, torna nel cimitero monumentale, scopre una delle due uniche ghigliottine siciliane; Messina apre le porte per la prima volta del Seminario Arcivescovile, e di nuovo quelle della Prefettura, oltre a presentare piccole chiese-gioiello nelle Masse e nei casali vicini alla città.Dall’altro lato dell’isola, si affaccia sulmare Trapani, che scopre un monastero domenicano in una casa privata e si perde tra stucchi barocchi e l’organo più complesso d’Europa; Marsala ritorna nelle cantine e apre imponenti torri vinarie, ma ha preparato anche percorsi e siti archeologici per appassionati; e infine Mazara accoglie un percorso attraverso progetti e atelier di artisti che hanno scelto di vivere in questo lembo di Sicilia.

www.leviedeitesori.com

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