Le catene del XXI Secolo

Articolo a cura degli studenti del "Rosina Salvo"

Redazione Prima Pagina Trapani
Redazione Prima Pagina Trapani
31 Maggio 2021 20:35
Le catene del XXI Secolo

Leggere i classici della letteratura non è mai un’attività neutra. I testi dialogano con i lettori ed instaurano con essi una sorta di relazione di tipo empatico. Tra le opere lette, indubbiamente, il “Secretum” di Petrarca piace tanto a noi giovani. Qual è in segreto del suo fascino, che travalica i secoli? La risposta è immediata: si tratta di un dialogo introspettivo, metaforico, nobilitante, che pone il lettore nell’ottica del giudice prima di se stesso e poi degli altri. Ciascuno può essere un valutatore severo e al contempo fragile e umano.

E la valutazione è una delle competenze più utili per vivere nella realtà. Francesco si apre alla propria coscienza, rappresentata da Sant’Agostino, e la interroga, anzi la scandaglia. Chi di noi non ha mai messo in discussione qualche inclinazione sbagliata, qualche “erranza”, che si è rivelata una catena infrangibile, forte e folgorante come il diamante, disorientante come una forza centrifuga? Quando parliamo delle catene del ventunesimo secolo, ci balzano in mente subito le dipendenze, in primis quella emotiva, dipendenza dagli altri, da relazioni inadeguate e tossiche.

Per alcune persone le relazioni diventano fonte di insoddisfazione e frustrazione ma, per quanto portare avanti il legame sembri difficile, il pensiero di rimanerne privi è di gran lunga peggiore. La dipendenza affettiva, infatti, si instaura proprio all’interno di questa tensione tra il “non poter vivere con” e il “non poter vivere senza”. Tra le dipendenze emotive non è da sottovalutare quella dalla famiglia, ma c’è anche quella di coppia e quella sociale. La famiglia è la prima “cellula della società”.

Lo pensava anche Leon Battista Alberti nell’età umanistico- rinascimentale. Tuttavia, ne esiste un particolare tipo opprimente e alienante, che educa alla paura del mondo, per cui i giovani vedono l'ambiente esterno come fosse una minaccia. La dipendenza emotiva di coppia è tipica delle persone insicure, che pensano di avere bisogno di un appoggio, per vivere, e lo trovano nel proprio partner. Spesso è proprio questa dipendenza a favorire l’innescarsi di meccanismi di violenza psicologica e fisica.

Le vittime sono in prevalenza donne. La dipendenza sociale consiste nella necessità di essere accettati in qualsiasi ambiente ci si trovi e questa attualmente è accresciuta dall’uso ossessivo dei social network. La dipendenza in generale è come la “nebbia”. Va dissipata, perché spesso gli occhi ne sono offuscati. Un'altra catena del nostro secolo è l’ambizione, non distante dalla “gloria terrena”, di cui parla l’autore del Canzoniere. La tendenza a coltivare ambizioni è paragonabile ad una medaglia, che presenta sia il suo lato positivo che quello negativo.

Da un lato rappresenta l'aspirazione a raggiungere una meta difficile attraverso sacrifici, che portano all’autorealizzazione, dall'altro però può essere frustrante, se l’obiettivo non si riesce a raggiungere. Una delle sfumature dell’ambizione è la ricerca del potere e dell’autoaffermazione a tutti i costi. Spesso questa “quète” è deviata verso il male e si risolve nel desiderio di dominio, nell’orgoglio e nel peccato di superbia, vizio narcisistico, che per Dante è il più grave nella gerarchia dei peccati capitali.

Quanti angeli ribelli si macchiano di superbia? Quanti giovani e non, oggi, vivono convinti della loro superiorità ed esercitano il loro potere sul più debole? Le catene sembrano intrecciarsi tra di loro, irrobustirsi fino a spezzare l’anima di chi ne è attanagliato e a ridurla in frammenti. L’arrogante si veste dei panni del bullo, che esercita il suo potere nel gruppo dei pari, ricercando consensi e successo. Le violenze e gli abusi si consumano spesso in spazi incustoditi, nel silenzio dei presenti.

Molti restano a guardare e non aiutano chi subisce ad uscire dal labirinto. Quante catene stringono i polsi dei ragazzi della nostra era? Il tunnel delle droghe e della dipendenza dalla nicotina e dall’alcool non è meno pericoloso. E’ micidiale. Per permettersi una vita a base di fumo, alcool e droghe, occorre molto denaro e per questo coloro che ne rimangono imprigionati possono entrare anche nel tunnel della criminalità. E le catene diventano, ahimè, sempre più “infrangibili”. Per spezzarle ci vorrebbe una grande quantità di senno, di forza e di determinazione.

Strumenti tutti da ricercare nell’interiorità dell’uomo. Sarebbe assurdo pensare che un “Astolfo qualsiasi” vada sulla Luna a recuperarli per gli altri. Ciascuno deve scoprirli dentro di sé. “In interiore homine habitat veritas”, così afferma il filosofo d’Ippona.

Manuela Di Giovanni - III^ G

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