"La Stagione Oscura": così un giovane trapanese racconta il dolore e la guerra

Il libro di poesie scritto da Roberto Fontana è in uscita oggi.

Maria Chiara
Maria Chiara Conticello
27 Febbraio 2023 12:20

Arte, amore e passione. Bastano queste tre semplici parole per descrivere Roberto Fontana, giovane trapanese che nelle ultime settimane è occupato nella pubblicazione del suo secondo lavoro poetico dal titolo “La Stagione Oscura”.

Nato nel 1991 a Palermo, si è trasferito dopo pochi mesi a Trapani, dove vive ancora oggi e dove è riuscito a farsi apprezzare come scrittore ma anche come musicista.

«Il mio rapporto con l’arte della scrittura e con la musica – ha dichiarato – comincia da adolescente: con alcuni compagni avevamo un gruppo hip hop e ci esibivamo in città e provincia. Durante l’adolescenza, però, ho maturato un distacco e dopo un anno di mutismo creativo mi sono avvicinato alla poesia. Per dieci anni ho scritto di nascosto, ma avevo una profonda necessità di farlo».

Laureato in lettere, è figlio di un militare e di un architetto che, negli anni, si è fatta conoscere a Trapani anche per il grande talento artistico. La madre, infatti, ha ornato con i suoi dipinti il confessionale e le vetrate della Chiesa di San Giuseppe – oltre ad essere stata artefice di vari progetti artistici nelle scuole e di tanti lavori di beneficienza nei confronti dei bambini meno abbienti –.

Poi, improvvisamente, la morte della madre cambia i progetti del giovane Roberto.

«Il decesso di mia madre – continua Roberto Fontana – è stato un segnale della fine di un apprendistato. Qualche mese dopo quell’evento, nel periodo più cupo della mia vita, ho raccolto, forse perché non riuscivo a fare altro, alcuni scritti che sintetizzano tutta la mia esistenza. Da lì nasce “La Dolce Stagione”, edita dalla Casa Editrice Napoletana Noeap LFAPublisher».

E, dopo qualche mese, la pubblicazione di “La Stagione Oscura” in uscita proprio oggi, sempre con LFA.

«Questo – spiega il giovane autore – è un libro che parla di una crisi radicale, dove la morte è realtà. “La Stagione Oscura” è un libello breve ma molto denso in cui viene rappresentato, nel suo scopo più intimo e disperato il tentativo di storicizzare e quindi superare il dolore che la grande perdita di una persona così mi ha donato».

Il percorso si suddivide in tre parti: Ossi d’ombra – sette sonetti con l’attenzione verso il concetto dell’incompiuto, dell’amicizia, dell’amore che rinasce dalle ceneri e della guerra –, Catastrofe porta Catastrofe – contiene un racconto incompiuto che descrive il crepuscolo dell’umanità – e Ausgang – sette prose liriche che trattano di un’esperienza psichedelica a Berlino, in fuga per il dolore, e ritorno –.

«La guerra – spiega il giovane trapanese – è un tema presente all’interno del lavoro e costituisce un corrispettivo di catastrofe esterno al dolore da fine del mio mondo che sentivo interno: in tutte le parti sono presenti accenni alla Guerra ucraina. La terza parte, inoltre, raccoglie prose liriche scritte a Berlino, città che ha pagato gravi scelte di superbia nel passato. Mentre nella “Dolce Stagione” l'argomento collettivo era e non poteva essere che il Covid 19, nella “Stagione Oscura” l'argomento-ossessione diventa lo spettro sempre più tremendo del terzo conflitto mondiale».

Un’opera più sperimentale, dunque, ma che ai nostri occhi non può che farci comprendere che, nel dolore, siamo tutti simili e che, forse, un futuro migliore si può avere. E lo si può avere grazie alla cultura, all’amore e all’ascolto della natura. Quella natura capace di farci allontanare dai dolori, proprio come scrive Roberto Fontana in una delle sue poesie.

«Parlavamo al telefono distanti

dai confini dei nostri genitori,

parlavamo di un campo di allori

da dove dai dolori allontanarsi;

poi la Guerra con frasi non connesse

dice: «la Terra divido, la Gente

uccido» e serra in un sorriso i sensi

così feroce che mi sbianco in viso.

Gli alberi degli allori tra i rumori

che tramano ormai i venti, quasi parlano

e spesso se ne vanno ad ascoltarli

giovani e grandi, che una dolce voce

piace quando è sottile e sa allietarli».

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