La nave romana di Marausa verrà esposta a Marsala. Sebastiano Tusa: “sono molto orgoglioso”

Redazione Prima Pagina Trapani
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20 Febbraio 2019 20:57
La nave romana di Marausa verrà esposta a Marsala. Sebastiano Tusa: “sono molto orgoglioso”

Rinvenuta nel 1999 nei fondali del lido di Marausa, nel territorio di Trapani, a meno di 150 metri dalla costa, è larga 9 metri e lunga 27 . Si tratta del più grande relitto romano mai ritrovato in Sicilia e dal prossimo 12 aprile 2019 verrà esposto all'interno del Museo archeologico regionale Lilibeo Baglio Anselmi , che già dal 1986 ospita un relitto punico della metà del III sec. a.C. - periodo della I Guerra Punica.
Dopo essere stato ultimo il restauto a Salerno, la nave verrà collocata all'interno del museo dove dal 2015 è esposta la chiglia e alcune anfore. “Sono molto orgoglioso, è una nave tardo-romana che io ho riportato alla luce.

Il mare rimane nel mio cuore anche se adesso penso anche alle tante bellezze sulla terra”, afferma l’assessore ai Beni Culturali per la Regione Siciliana Sebastiano Tusa.

“Il primo step è stato il restauro della chiglia che abbiamo esposto con altri reperti a corredo in modo da creare sin da subito l’attenzione. Nel frattempo sono stati completati i lavori di restauro ed è arrivato il finanziamento per avviare il progetto espositivo.

Attualmente la nave ce l’abbiamo noi, è già stata assemblata però manca la definizione dei lavori di allestimento della sala”, spiega Anna Maria Parrinello, responsabile della UO3 della direzione del museo Lilibeo. Per ospitare la nave tardo romana il Museo ha dovuto fare degli adeguamenti. “Il relitto sarà visitabile in una sala già utilizzata per esporre un centinaio di anfore e alcuni legni di un altro relitto che quindi abbiamo spostato”, dice Parrinello.

Non solo. Per essere certi che i locali siano idonei e sicuri, si stanno eseguendo dei lavori sui tetti. L’allestimento finale, che riguarderà soprattutto le vetrine e i pannelli illustrativi, dovrà quindi fare i conti con la tempistica dei lavori sui tetti, i quali, a loro volta, dovranno fare i conti con le precipitazioni atmosferiche.  

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