Al triplice fischio sono stati comunque applausi da parte dei 1.531 spettatori del "Provinciale". L'aspettativa sarebbe stato quello di un ritorno allo stadio - dopo un anno mezzo - con vittoria annessa. Eppure così non è stato. È stato un Trapani tutt'altro che bello quello visto ieri ma promosso sotto il profilo dell'abnegazione. Ci si attendeva una reazione alla situazione di svantaggio e, a conti fatti, non c'è stata. In quegli applausi c'è anche la consapevolezza di essersi giocato tutto fino al 96' contro una Cavese ad oggi superiore, sia sul profilo tattico che sull'esperienza degli uomini, e destinata a contendersi il posto diretto della C.
A decidere il match al 22' il tap-in vincente di Kosovan dopo il primo tentativo di Allegretti terminato sulla traversa su cui Cultraro non era posizionato al meglio. Poco reattiva la difesa granata così come esigui gli spunti in attacco: scarso l'apporto degli esterni - Munoz e Pedicone - in avanti e centrocampo che necessita di almeno uno dei due centrali che si faccia trovare in area con movimento senza palla. Meglio Bonfiglio e Tedesco - pesa su di lui la vera occasione della ripresa con il pallone strozzato a pochi passi al minuto 79 - in grado di assumersi le responsabilità; meno effervescente rispetto alla vittoria nella prima contro il Sant'Agata invece Vitale.
Solito spirito battagliero Musso che ha brancolato nel buio con Viscomi e Altobello che hanno concesso pochissimo. A sorpresa il forfait dell'ultimo momento di Alessandro Gatto; lui, De Felice e lo stesso Lupo - ancora out - saranno di certo pedine fondamentali anche in partite "sporche" - già dalla prossima sul campo del San Luca - come quella contro i bluefoncé. Finale concitato fatto di nervosismo: il Trapani deve ancora calarsi nella realtà della Serie D e dovrà abituarsi a partite del genere, così come quella di prospetta essere quella di Domenica prossima sul campo della Cittanovese.
Toccante l'omaggio alla memoria di Pablito prima del fischio d'inizio.